giovedì 30 maggio 2013

20134Lambrate_ Arrivederci Franca

«Ci vorrebbero tante donne come lei? Me ne basterebbe un’altra». 
Lo ha detto Dario Fo sorridendo sulla soglia del Piccolo Teatro dove è allestita la camera ardente della moglie Franca Rame. 
                                                                         


                                                                 

mercoledì 29 maggio 2013

Milano Vintage Lambrate_ I segreti di un Mito: Chanel n°5

Da oltre novant'anni veste le donne con una scia unica, inconfondibile, che piace tanto agli uomini. Chanel N°5 ha cambiato la storia della profumeria. 
Una mostra a Parigi celebra i suoi successi svelandoci 5 grandi segreti:
               
80. Il primo profumo astratto  sintetico: un jus di rottura in netto contrasto con le fragranze monofiore di quegli anni che sapevano di gelsomino o rosa. Una sinfonia di 80 note nessuna dominante: ylang ulang, rosa di maggio e gelsomino di Grasse, alleggeriti da Aldeidi utilizzati per la prima volta in profumeria.
                               

5. Per il suo profumo Gabrielle voleva un nome forte, di impatto. Decise invece per un numero, il cinque, quello del quinto campione di laboratorio che scelse fra tanti. Facile, identificabile da tutti e in tutto il mondo senza il bisogno di essere tradotto. 
E poi era il suo numero portafortuna: Coco presentava le sue collezioni il quinto giorno del mese il suo modello portava il numero 5.
                                   

13.Tredici testimonial famose hanno prestato il volto a questo profumo. La prima fu proprio Mademoiselle fotografata nella sua suite al Ritz nel 1937 da Kollar per una campagna stampa su Harper's Bazaar. Dopo di lei dodici donne bellissime: da Marilyn Monroe a Candice Bergen, da Catherine Deneuve a Carole Bouquet fino a Nicole Kidman a Andrey Tautou.
                     

1921."Voglio un profumo da donna." Coco aveva le idee molto chiare quando chiese a Ernest Beaux, naso e profumiere alla corte dello zar di creare il suo profumo che avrebbe offerto a tutte le donne, Era il 1921.
                   

6.Il flacone: essenziale, moderno, radicale,squadrato dalle linee pure. Il flacone è rimasto lo stesso. Ritoccato sei volte in modo quasi impercettibile, ogni dieci anni. Dal 1959 è esposto tra le collezioni permanenti del Museo di Arte Moderna di New York. Qualche anno dopo Warhol lo immortala in una serie di nove serigrafie.

venerdì 24 maggio 2013

20134Lambrate_ Vintage è bello!

Dalle passerelle al web fino a un festival itinerante. Il vintage è in continuo mutamento, confermandosi più vivo che mai!
Vogue, May 2013


Vintage é bello. E a cercare ispirazione nello stile di ieri non sono solo i designer  e le passerelle ma anche il web. 
"Il vintage funziona perché è un fenomeno in continuo mutamento. E la sua componente di ricerca lo rende sempre desiderabile" come ci ricorda il padron del vintage Angelo Caroli!
                  

Il vintage Festival, inaugurato nel 2012 ed esportato dagli outlet italiani in quelli di Salisburgo, Berlino e Atene, ha come madrina Laura Bailey, modella scrittrice e ambasciatrice del British Fashion Council nonché blogger su Vogue UK.
                 


Appassionata di vintage Laura suggerisce come capi chiave la little black jacket di Chanel, il rigoroso abito button-down Prada ma soprattutto gli abitini dell'inglese Ossie Clark degli anni Sessanta tanto amati dalla Deneuve.

20134Lambrate_ I consigli di nonna Emma

Scarpe bagnate e scarpe lucide.

                  



Considerata la strana stagione che stiamo vivendo se abbiamo inzuppato le scarpe sotto la pioggia non dobbiamo far altro che riasciugare nel giro di qualche ora imbottendole di carta di giornale e appoggiandole con la punta verso l'alto lungo una parete.
Evitiamo di esporle a fonti di calore o direttamente al sole.

Un modo per lucidare velocemente le scarpe al tempo delle nostre nonne consisteva nello sfregare una cipolla  rossa sulla calzatura ottenendo un effetto brillante che la rendeva subito più nuova e presentabile.

giovedì 23 maggio 2013

20134Lambrate_L'amore ai tempi del colera

                                               

"E ha dovuto cambiare via perché la gente non vedesse le sue lacrime che non poteva più nascondere, perché queste lacrime non era di quella notte, era di tante altre: Quelle che portava attraverso la gola per cinquanta uno anni, nove mesi e quattro giorni."
                                  

"Nel corso degli anni entrambi arrivarono, seguendo vie diverse, alla conclusione saggia che non era possibile vivere altrimenti, né amarsi altrimenti: nulla a questo mondo era più difficile dell'amore."
                             
"Era inevitabile: l'odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati."
           
"Avevano appena festeggiato le nozze d'oro e non sapevano passare neppure un istante l'una senza l'altro, o senza pensare l'una all'altro, e più rincrudiva la vecchiaia meno lo sapevano. Né lui né lei potevano dire se questa servitù reciproca si fondasse sull'amore o sulla comodità, ma non se l'erano mai domandato con la mano sul cuore, perché entrambi preferivano da sempre ignorare la risposta.
                                     
"Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma (...)la vita li costringe ancora molte volte a partorirsi da sé."
                                                       
 "Questa era la vita. L'amore, ammesso che ci fosse, era una cosa a parte: un'altra vita."
                   
"Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un casino."
                         

"... Poi lo guardò, e vide la sua padronanza invincibile, il suo amore impavido, e lo turbò il sospetto che è la vita, più che la morte, a non avere limiti."

dal libro "L'amore ai tempi del colera" di Gabriel García Márquez

da PensieriParole

martedì 21 maggio 2013

Milano vintage Lambrate_La vetrina della settimana


                                                                   
                                             


giovedì 16 maggio 2013

20134Lambrate_ Soraya


Soraya Esfandiary Bakhtiari, figlia di un principe persiano e di una nobildonna tedesca, studiò in una scuola iraniana di missionari inglesi poi in esclusivi collegi svizzeri, dove imparò il tedesco con cadenza francese. Timida, stretta di mano umida e poco decisa. Sposò lo Scià di Persia che la ripudiò dopo sette anni per via della sua sterilità. 

Pelle bianca, occhi da gatta color giada, zigomi perfetti, labbra piene e ben disegnate, ciglia folte, capelli neri, vita stretta, braccia lunghe e passo elegante.


Il vestito appositamente disegnato da Dior, in lamé d'argento a paniere ornato di ventimila piume e borchiato da seimila diamanti, venti chili di peso tanto che Soraya svenne tre volte durante la cerimonia sotto la zavorra e lo Scià dovette ordinare a una dama di corte di tagliare dieci metri di strascico.
Tra i doni di nozze: una pelliccia di visone per lei e un servizio da scrivania di cristallo e pietre rare incrostato di diamanti neri per lui (regalo di Stalin), due candelieri d'argento (Giorgio VI di Inghilterra).
                         

Lo Scià le regalò una collana, un braccialetto, orecchini e fermagli di diamanti e smeraldi legati in platino.
Lo Scià l'adorava e la copriva di regali e attenzioni. Quando prima del matrimonio si ammalò di salmonellosi ogni giorno lui depositava un pacchetto accanto al suo letto.

La coppia reale, solita darsi del lei anche nell'intimità e recitarsi l'un l'altro versi: lei di Verlaine e lui di Khayyàm.
                               
      
Quando Soraya fu ripudiata lo Scià, oltre a garantirle cinquantamila dollari al mese vita natural durante, il rango di principessa imperiale e un passaporto diplomatico, la invitò a portare con se i preziosi e tutti i regali di nozze: tappeti, vasi, mobili, arazzi.
Si racconta che furono riempiti sette vagoni ferroviari, ma nel trasferirsi in Europa, la principessa ne scelse solo tre: "Cosa me ne faccio di un servizio di argento massiccio per 240 persone? Non avrò mai una casa abbastanza grande."
                         

Soraya capace di spiazzare gli amici come quella volta che, in abito lungo, andò a Teatro, a Roma in autobus.
                          

Le vennero attribuiti vari flirt, tra cui i principi Thurn und Taxis e Raimondo Orsini, Maximilian Shell, attore, Gunther Sachs, playboy, e Sasà Magri viveur di Capri. 
Si innamorò del regista italiano Indovina nel 1965 ma lui morì in un incidente aereo sette anni dopo.


mercoledì 15 maggio 2013

20134Lambrate_I consigli di nonna Emma

Carta su legno
                     

Se volete togliere carta rimasta appiccicata al legno, non grattate col coltello per non rischiare di danneggiare il vostro mobile o utensile.
Versatevi sopra alcune gocce di olio di oliva e lasciate fermo per un po'. Poi con un panno morbido passate sopra e strofinate leggermente, finché la carta non si toglie

martedì 14 maggio 2013

20134Lambrate_ La vetrina della settimana


                                               

venerdì 10 maggio 2013

20134Lambrate_Isa Pola

                               






































Nata a Bologna nel 1909 da genitori di origine veneta, studiò pianoforte per poi approdare casualmente al cinema grazie ai produttori dell'Italia film che l'avevano notata in una particina in I martiri d'Italia.

Il primo contratto a sedici anni, fu rescisso dopo cinque mesi a causa delle sue intemperanze.

Negli anni del cinema muto fu scelta per interpretare la maliarda, poi con il sonoro passò a ruoli più romantici.

Isa Pola offrì il suo divismo al servizio della Fiat, nel 1929, in un filmato tra scintille, saldatori per presentare il modello 522 a 6 cilindri. L'anno dopo avrebbe interpretato il primo film sonoro italiano, La canzone dell'amore.

                            

Il film di Perilli, Ragazzo, fu ritirato da Mussolini il giorno dell'uscita finendo poi al Centro sperimentale e poi bruciato nel falò che i tedeschi fecere di gran parte dei nostri archivi.
Scelta come protagonista di Acciaio dell'allora aiuto regista Mario Soldati; il film commissionato da Mussolini, soggetto di Luigi Pirandello racconta la vita degli operai nelle acciaierie di Terni.

La sua grande capacità di parlare un italiano corretto, senza inflessioni e di apprendere qualsiasi tipo di dialetto e lingua tanto che, avendo debuttato in teatro con la Compagnia del Teatro di Venezia, a lungo il pubblico credette che fosse veneziana.
                         

Si dice che avesse un caratteraccio. Sul set de I bambini ci guardano di Vittorio De Sica fece cacciare l'operatore Caracciolo. 
Al suo posto arrivò Garroni che subito le disse. "Ho ventisei anni, se vuole che la illumino deve attenersi a ciò che le dirò."




giovedì 9 maggio 2013

20134Lambrate_Mademoiselle che ore sono?

Non volle mai vivere totalmente a casa. Non stupisce quindi che il suo fastoso appartamento di rue Cambon, dove tuttora al posto del letto c'erano e ci sono un ampio divano e una bergère sulla quale Mademoiselle posò per un celebre scatto di Horst, ebbe sempre un ruolo di rappresentanza. 
Qui, circondata dagli amati paraventi di Coromandel, riceveva tra arredi preziosi gli amici intimi quali Picasso, Salvador Dalì, Jean Cocteau e le clienti più importanti come Marlène Dietrich, Jeanne Moreau, Romy Schneider, Elisabeth Taylor.
Per dormire invece ogni sera era la suite affittata al terzo piano del Ritz a ospitarla.
                 

L'hotel domina la Place Vendome a cui Chanel fu sempre molto legata.
La forma ottagonale è la stessa del tappo del profumo N°5 ma anche di uno specchio settecentesco esposto nel suo appartamento finì per confluire nell'alfabeto stilistico della Maison.
E così è stato nel 1987 con il lancio di Première, l'orologio che cita sul quadrante la planimetria della piazza progettata da Jules Hardouin-Mansart. 
                           

Divenuto un classico senza tempo oggi si reinventa nella neonata collezione.
Il design di questo orologio è stato pensato per sposarsi alle più svariate occasione. Un omaggio, come dicono alla Maison alle donne di oggi che sanno trovare sempre il tempo. Anche per se stesse.

mercoledì 8 maggio 2013

20134Lambrate_ I consigli di nonna Emma

Stirare con facilità
                



















D'estate è sempre più difficile stirare la biancheria, perché si asciuga più in fretta e il ferro da stiro ci impiega un tempo maggiore. 
Un consiglio utile per tutti è lasciare i capi sul filo dove li abbiamo appesi (magari potessimo farlo a Milano!) e bagnarli con un piccolo getto del nostro spruzzino dei fiori.
Inumiditi in questo modo i panni saranno stirati più rapidamente e facilmente.
Se dobbiamo stirare un capo con urgenza bagnamolo con acqua calda distribuita equamente con una spazzola e poi passiamo il ferro. 
Se dobbiamo togliere il lucido dai pantaloni, stiriamolo con un panno inumidito con acqua e gocce d'aceto.
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