Un anno magnifico per Jole il 1951 perché vede la luce la linea pret a porter Veneziani Sport, quella del celebre impermeabile bianco con cappello da pioggia coordinato destinato a infrangere ogni record di vendita; un completo così desiderabile da comparire su Vogue Harper's Bazaar e sulla copertina di Life del 14 aprile del 1952.
Completi essenziali, portabili, sofisticati e semplici secondo una linea simile a Capucci che sfilano al Central Palace di New York.
La sua fama è riconosciuta non solo dai fatturati in crescita ma anche dagli addetti ai lavori che le permettono di ottenere riconoscimenti prestigiosi.
Josephine Baker, Marlene Dietrich, Lucia Bosé, Paola Pitagora, Ljuba Rizzoli sono solo alcune delle habitué dello spazio di Montenapoleone.
Realizza abiti per Franca Rame, per Anna Proclemer, Sandra Milo per la prima di Giulietta degli Spiriti.
Grazie a Ghiringhelli le viene affidato la realizzazione dei costumi di scena della Scala, spodestando Pierre Balmain.
Ma la moda non le basta.
Nel 1957 di ritorno da un viaggio dagli Stati Uniti in cui aveva visto automobili allegre e colorate decide di contattare l'Alfa Romeo e ne diventa consulente: realizza scocche coordinate a un uguale numero di interni variopinti. Un successo copiato anche poi dalla Fiat.
Nel 1970 diventa Cavaliere al merito della Repubblica.
Nell'1980 viene nominata tra le persone che hanno fatto grande Milano, e nel 1984 decide di affidare la Maison a Federico Bano, imprenditore della moda e futuro fondatore della Fondazione Bano che è stata promotrice della sua mostra Jole Veneziani - Alta moda e società a Milano.
La signora del Made in Italy , morta il 10 gennaio del 1989, rivive tra i colori, i ricami e le atmosfere. Perché come ha detto la giornalista Alfonsi: "la Veneziani è una di quelle rare persone nelle quali si può identificare un'epoca."
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