venerdì 18 luglio 2014

20134Lambrate_Ti amo caftano!

Ti amo caftano!
di Micaela R. Tenace

1966- L'icona dello stile americano C.Z. Guest incarna ciò che sosteneva Diana Vreeland. "Il caftano è alla moda solo sui belli." (fu lei a lanciarlo negli anni '50)
                     

1967-Elisabeth Taylor ne fa un uso tattico, per nascondere i chili in più.

1968-maxi e grafico? Jacqueline Bisset dice Sì.
                   

1970- Talitha e Paul Getty li esigono made in Marrakech.
                  

1972- Caftano anche per lui: vedi Toni Curtis
                  

1973- Grace lo sceglie by Dior

1978-Candice Berger lancia la moda: il ricamo di specchietti.
               

1980- Joan Collins fuori dal set? tunica tie & die e poco trucco
                 

1990- Per Marta Marzotto una divisa.
                      

2007- Diana von Furstenberg li propone in passerella e li indossa.

2008- red carpet must have per Margherita Missoni e Angelina Jolie in dolce attesa.
                   

2013- J Lo lo vuole wild and sexy firmato Cavalli.
                   

2014- Le versioni del caftano non si contano: etno per The Row, bon ton per la Beccaria, paisley per Etro, cortissimo per Anna Sui.

mercoledì 16 luglio 2014

20134Lambrate_Con Turbante

                                                                 

"Vediamo un po’. Anniquaranta: c’è la guerra e le foto che mi ricordo sono quelle di donne sempre con il fazzoletto in testa legato sotto il mento. Niente seta, ovviamente. 

Annicinquanta: torna la seta con disegni e colori sgargianti. Mi vengono in mente certe scene dei film in cui le ragazze estraggono magicamente da minuscole borsette il foulard e se lo annodano così a caso (e sono comunque sempre perfette) per non scompigliarsi i capelli nelle folli corse sulla decapottabile. 

Annisessanta: colori ancora più forti e disegni geometrici. Ci si annoda il foulard, piegato a fascia, dietro la nuca. 

Annisettanta: nonostante la contestazione il borghese foulard mantiene le sue posizioni. Anzi, aumenta i modi: in testa alla pirata; incrociato come reggiseno con tatuaggi peaceandlove sulla pancia; a triangolo legato dietro la schiena, come un top; infilato nei passanti dei jeans a zampa come una cintura; annodato alla tracolla della borsa di cuoio; stretto al collo… 

Anniottanta: il foulard diventa una camicia. 

Anninovanta: il foulard è lifestyle. Si usa come tovaglia per pic-nic raffinatissimi quindi annodato a bavaglio), come plaid per un riposino sull’erba, come mezzero per divani in case esagerate, come federa di cuscini chic. 
                                                           


Anniduemila: il foulard si annoda alla cowboy: E poi ci sono le scarpe foulard, le borse foulard, gli orologi foulard, le calze foulard, i cappelli foulard. E i tutorial, appunto. Niente di nuovo: da sempre Hermés regala, quando compri un suo carré, un libricino con tutti i modi per annodare il tuo foulard. Internet non fa altro che riportare a suo modo le stesse regole, con filmati e vademecum di ogni genere. Il mio modo preferito? 

Da sempre e per sempre “Le Vagabond”: il saccottino attaccato al bastone. Dove mettere tutto quello che serve per scappare via.
A questo proposito riascoltatevi “Io Vagabondo” dei Nomadi (1972) e “Vagabondo” di Nicola Di Bari (1970), bella esperienza vintage.

                                                                                             
Ps: comunque fate anche voi come le signorine dei film: tenete sempre un foulard in borsa. Sta arrivando l’estate e anche se non correrete da nessuna parte in nessuna cabriolet con nessun divo di Hollywood vi toccherà andare al super o in ufficio: occhio all’aria condizionata, allora. "
Michela Gattermayer

© 2014 sans tabù CONTRIBU

martedì 1 luglio 2014

20134lambrate_La vetrina della settimana


                                                                 


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