giovedì 31 marzo 2011

I nostri cerchietti....

Vi presento la nuova collezione di Piera, cerchietti realizzati con particolari stoffe, cravatte elementi sempre vintage.
Eccovi un assaggio...
                                                                                  
                                                                                 

mercoledì 30 marzo 2011

Doppio appuntamento. Lambrate e Belgioioso!


Vi aspettiamo a Belgioioso per la fiera del Vintage al Castello e a Lambrate per presentarvi tanta primavera e Subalterno1...

lunedì 28 marzo 2011

Addio a Franco Quadri


(qui, con Pina Bausch, grandissima coreografa tedesca e amica)                             
L'addio sarà in teatro, naturalmente. Domani 29 marzo nella Scatola Magica del Piccolo Teatro di Milano. Parleranno attori e attrici. Lo saluteremo in tantissimi.
Ho lavorato cinque anni alla Ubulibri, la casa editrice da lui fondata nel 1979. Da più di cinquant'anni, senza retorica, il teatro occupava la sua vita. Il segno che lascia come critico, saggista, scrittore, traduttore ed editore è davvero insostituibile.
A lui va riconosciuta la geniale invenzione del Patalogo, annuario che cataloga un anno di spettacoli e che ha visto la collaborazione di nomi eccellenti.
Con lui la critica passa da commento accademico a riflessione e militanza da prima linea registrando grandi cambiamenti del teatro, scoprendo grandi talenti e imponendo autori notevoli.
La sua morte è certamente la fine di qualcosa e la sua eredità intellettuale non sarà cosa semplice.
Andrea Adriatico oggi su Repubblica (edizione Bologna) scrive: “Non credo ci sia persona che pratichi, legga, o semplicemente ami il teatro in Italia che non abbia avuto a che fare con qualcosa di suo. E chi mai, di questi tempi, sarebbe capace di investire tanta vitalità, tanta energia e tanto denaro su nomi, testi e strutture teatrali così fragili e lontane dal consumo di massa?”
Sottoscrivo in pieno.
Grazie Franco!

venerdì 25 marzo 2011

La luce perfetta del giorno

Mi ha colpita il titolo di questo libro (forse perché riporta la mia mente al capolavoro di Ishiguro Quel che resta del giorno che ho amato moltissimo... poi ho letto la recensione di Carlotta Vissani che riporto come post del giorno...il resto... giudicate voi... io domani vado a comprarlo...
                                
                                
"Tutti noi abbiamo bisogno di un posto in cui piantare radici, anche se quel posto dal primo momento l'hai detestato, ne hai avuto paura, avvolto com'era dalla notte, freddo e inospitale, poche case e ancor meno anime. Matilde, nell'ottobre 1969, davanti al marito che le dice ho sempre sognato un posto così si abbottona il cappotto, guarda la figlia ciucciarsi il pollice, si vede con i piedi nel fango e comincia inconsciamente a maturare l'idea della luce perfetta del giorno, quella che la salverà dal buio, oltre il peso delle aspettative destinate a non avverarsi. Tra i rami degli anni filtrerà il sole del legame con la fedele Clara, le braccia del vicino di casa Giulio che la stringono come nessuno mai, la tenerezza che solo di rado si sporca di rabbia per il marito, i figli che si aprono come crisalidi e camminano da soli.
I frammenti del passato si faranno puntualmente largo nel presente, in quel paese che le pareva una distesa di lapidi battuta dal vento e che si rivela invece terreno fertile anche quando la neve nasconde ogni cosa. La torinese Elena Varvello, al suo primo romanzo dopo la bella raccolta di racconti L'economia delle cose che le valse il Bagutta, firma una storia di rara umanità e potenza che è emersione dirompente dell'esserci attraverso le tragedie, le mancanze, gli amori vissuti o appena sfiorati, gli amici come rifugio, l'ironia come protezione dalla malattia in un tentativo necessario di riappacificarsi con se stessi e con i fantasmi.

giovedì 24 marzo 2011

Nel giorno dell'anniversario della nascita di Houdini...

Magia...
da domani...
Cambierò tutte le mie password
prenderò un'altra strada per uscire di casa
Farò domande a me stessa che non mi sono mai fatta
Sceglierò un nuovo numero fortunato
Riuscirò a sorprendermi
Sorriderò ancora di più
Posso sognare e chiedere cose magiche... oggi sì...
.... vorrei che entrasse in negozio Marcello...

Vorrei poter stare di fronte al mare per qualche minuto ...



Leggere per giorni e giorni...

Ricevere una notizia inaspettata e bellissima...

 

mercoledì 23 marzo 2011

Bye Bye Liz.

Bye Bye agli occhi viola più belli della storia
Più di 50 film, due Oscar, otto matrimoni
Filmografia:
CinemaThere's One Born Every Minute, regia di Harold Young (1942)

Torna a casa Lassie! (Lassie Come Home), regia di Fred M. Wilcox (1943)
La porta proibita (Jane Eyre), regia di Robert Stevenson (1943)
Le bianche scogliere di Dover (The White Cliffs of Dover), regia di Clarence Brown (1944)
Gran Premio (National Velvet), regia di Clarence Brown (1944)
Il coraggio di Lassie (Courage of Lassie), regia di Fred M. Wilcox (1946)
Vita col padre (Life with Father), regia di Michael Curtiz (1947)
Cinzia (Cynthia), regia di Robert Z. Leonard (1947)
Così sono le donne (A Date with Judy), regia di Richard Thorpe (1948)
La bella imprudente (Julia Misbehaves), regia di Jack Conway (1948)
Piccole donne (Little Women), regia di Mervyn LeRoy (1949)
Alto tradimento (Conspirator), regia di Victor Saville (1949)
La sbornia di David (The Big Hangover) (1950), regia di Norman Krasna
Il padre della sposa (Father of the Bride), regia di Vincente Minnelli (1950)
Papà diventa nonno (Father's Little Dividend), regia di Vincente Minnelli (1951)
Un posto al sole (A Place in the Sun), regia di George Stevens (1951)
Quo vadis? (Quo Vadis), regia di Mervyn LeRoy (1951)
Callaway Went Thataway, regia di Melvin Frank e Norman Panama (1951)
Marito per forza (Love Is Better Than Ever), regia di Stanley Donen (1952)
Ivanhoe (Ivanhoe), regia di Richard Thorpe (1952)
Vita inquieta (The Girl Who Had Everything), regia di Richard Thorpe (1953)
Rapsodia (Rhapsody), regia di Charles Vidor (1954)
La pista degli elefanti (Elephant Walk), regia di William Dieterle (1954)
Lord Brummell (Beau Brummell), regia di Curtis Bernhardt (1954)
L'ultima volta che vidi Parigi (The Last Time I Saw Paris), regia di Richard Brooks (1954)
Il gigante (Giant), regia di George Stevens (1955)
L'albero della vita (Raintree County), regia di Edward Dmytryk (1957)
La gatta sul tetto che scotta (Cat on a Hot Tin Roof), regia di Richard Brooks (1958)
Improvvisamente l'estate scorsa (Suddenly, Last Summer), regia di Joseph L. Mankiewicz (1959)
Scent of Mystery, regia di Jack Cardiff (1960)
Venere in visone (BUtterfield 8), regia di Daniel Mann (1960)
Cleopatra, regia di Joseph L. Mankiewicz (1963)
International Hotel (The V.I.P.s), regia di Anthony Asquith (1963)
Castelli di sabbia (The Sandpiper), regia di Vincent Minnelli (1965)
Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who's Afraid of Virginia Woolf?), regia di Mike Nichols (1966)
La bisbetica domata (The Taming of the Shrew), regia di Franco Zeffirelli (1967)
Il dottor Faustus (Doctor Faustus), regia di Richard Burton e Nevill Coghill (1967)
Riflessi in un occhio d'oro (Reflections in a Golden Eye), regia di John Huston (1967)
I commedianti (The Comedians), regia di Peter Glenville (1967)
La scogliera dei desideri (Boom), regia di Joseph Losey (1968)
Cerimonia segreta (Secret Ceremony), regia di Joseph Losey (1968)
Anna dei mille giorni (Anne of the Thousand Days), regia di Charles Jarrott (1969)
L'unico gioco in città (The Only Game in Town), regia di George Stevens (1970)
X, y & "Zi" (Zee and Co.), regia di Brian G. Hutton (1972)
Under Milk Wood (Under Milk Wood), regia di Andrew Sinclair (1972)
Una faccia di c... (Hammersmith Is Out), regia di Peter Ustinov (1972)
Ad un'ora della notte (Night Watch), regia di Brian G. Hutton (1973)
Mercoledì delle ceneri (Ash Wednesday), regia di Larry Peerce (1973)
Identikit, regia di Giuseppe Patroni Griffi (1974)
Il giardino della felicità (The Blue Bird), regia di George Cukor (1976)
Gigi (A Little Night Music), regia di Harold Prince (1977)
Rebus per un assassinio (Winter Kills), regia di William Richert (1979)
Assassinio allo specchio (The Mirror Crack'd), regia di Guy Hamilton (1980)
Il giovane Toscanini, regia di Franco Zeffirelli (1988)
I Flintstones (The Flintstones), regia di Brian Levant (1994)

Perché i segni del cuore dovrebbero essere una debolezza?

                                  
Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di vïaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.


E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.

Com'è goffo e maldestro, l'alato viaggiatore!
Lui, prima così bello, com'è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava!


Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell'arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare.
Baudelaire


A volte ci sembra sempre di essere goffi e brutti (anche dentro)... invece il problema è che non abbiamo mai il tempo, la voglia, l'occasione, la possibilità, la sicurezza per... volare!
Perché i segni del cuore dovrebbero essere una debolezza?Fanno parte del percorso, diamo un calcio al sasso e proseguiamo... il sasso non si vanifica mica... rimane lì... ma almeno ci facciamo un po' di "largo" in strada, così abbiamo il via libera per prendere una bella rincorsa e... volare.

lunedì 21 marzo 2011

Buon compleanno Alda!

                                                                                                         
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la
sera.
Forse è la sua preghiera.

venerdì 18 marzo 2011

Tanti tantissimi nuovi bijoux vi aspettano...


           E nel dettaglio... due chicche anni '40

                                

                             

giovedì 17 marzo 2011

W l'Italia

Dopo la vetrina della settimana, (vedì martedì)ecco un altro omaggio alla nostra Italia.
                             
Viva l'Italia, l'Italia liberata,

l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.
Francesco De Gregori 





mercoledì 16 marzo 2011

Oggi siamo su ViviMilano



Importantissimo sottolineare che noi abbiamo una selezione che va dagli anni '20 agli anni '70.
Non mancano nemmeno pezzi anni '80 di grandi firme.

La tendenza di stagione: i romanzi golosi



Nell'anno del trionfo dei libri culinari da centinaia di migliaia di copie delle cuoche televisive Antonella Clerici e Benedetta Parodi, la letteratura cerca la rivincita usando gli stessi ingredienti.

Ci aveva provato anni fa Isabelle Allende con il suo Afrodita e molto molto molto prima Platone (Simposio), Rabelais e Bloom fino a Eco con il suo Cimitero di Praga.
Da settimane Marco Malvaldi, classe 1974 ha superato il tetto delle 50mila copie con il suo libro Odore di Chiuso (Sellerio) un giallo omaggio a Pellegrino Artusi mentre Roberto Barbolini mette in fila Ricette di famiglia (Garzanti)per raccontarci come negli ultimi decenni l'Italia è cambiata a tavola e nella testa: dal flan di cervella al lattemiele, alle cotolette con la crema fino alle discutibili promesse degli happy hour.

                              
Sempre per i tipi di Sellerio si annuncia per la fine di aprile l'uscita di Un filo d'olio, l'ultima fatica letteraria di Simonetta Agnello Hornby ambientato in Sicilia dove la famiglia trascorre le vacanze, libro accompagnato da 28 ricette della sorella Chiara. La Hornby rievoca storie e tradizioni familiari associate al cibo e alla sua preparazione.

                         
Da ultimo Profumo di spezie proibite della angloindiana Priya Basil, viaggio sulla sensualità della cucina orientale come antidoto alla nostalgia di casa.

lunedì 14 marzo 2011

Pray for Japan


Ho sentito Aoi, Maiko e Tzusuki in questi giorni... i loro familiari stanno bene.
Ho "rubato" questa foto da un sito che mi ha passato un contatto e scopro con stupore che anche la mia Cara Cami l'ha adottata (sourge http://turqoose.deviantart.com/).
Non ci sono parole.

ACCADDE UNA NOTTE Una leggendaria e romantica commedia che ancora oggi incanta

                           
                                                                        
La viziata e irrequieta ereditiera Ellie Andrews fugge dal padre che cerca di impedirle di sposare uno scapestrato playboy interessato solo al patrimonio di lei. In viaggio sulla corriera per New York, conosce un giovane giornalista squattrinato e con lui inizia un viaggio in autostop tra un bisticcio e l'altro.
Equivoci e battibecchi in questa deliziosa commedia piena di sentimenti e ironia. Definitiva la consacrazione di Clark Gable e Claudette Colbert magistralmente diretti dal grande Frank Capra

sabato 12 marzo 2011

Ho mangiato la terra con lui. Sapeva d'amore

(la Morante e Accorsi in una scena del film Un viaggio chiamato Amore)


IN UN MOMENTO
In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
P.S. E così dimenticammo le rose.
(per Sibilla Aleramo)

venerdì 11 marzo 2011

La felicità ha le sue regole



Le ricerche dicono che metà del nostro buonumore dipende dal DNA. E il resto? Da noi e da tante piccole attività che richiedono un minuto. "Anzi meno". Parola dello psicologo Richard Wiseman autore del libro 59 secondi. Pensa poco, cambia molto. La scienza del cambiamento rapido applicata a noi stessi. Un manuale per imparare a essere più soddisfatti. La ricerca della felicità, ormai, non è più solo un obiettivo individuale, ma sta entrando nelle agende dei governi europei. E se l'Istat ha appena cominciato a calcolare la soddisfazione dei cittadini con un vero e proprio indice, in Gran Bretagna il premier David Cameron sta cercando di misurare non solo il Pil ma anche il Gwb (General well being)ovvero il tasso generale di benessere.
Esempio. Uno specchio in cucina; è dimostrato scientificamente che la presenza di uno specchio, quando ci si trova di fronte a diverse pietanze, riduce di un terzo il consumo di alimenti che non fanno bene alla salute o alla linea. Il riflesso della propria immagine rende le persone più consapevoli del loro corpo e più propense a mangiare meno o solo cibi sani.
Ansia, stress, rancore invece si vincono pregando, leggende e consolidando una relazione (anche con una persona che ci ha ferite!)e persino guardando film comici.
I soldi? Non fanno la felicità, è ufficiale: ce lo assicurano studi di laboratorio effettuati su vincitori di lotterie milionarie e su poveri disgraziati che non hanno mai avuto niente gratis nella vita. A sorpresa sono risultati più contenti i secondi.
Il libro di Wiseman, insomma, batte dove il dente duole.
Da un lato ci tranquillizza a proposito delle nostre "patologie" e dall'altro ci mette in riga, demolendo una volta per tutte l'articolo delle Dichiarazione d'Indipendenza americana, che mette il perseguimento della felicità tra i diritti inalienabili dell'uomo.
Altro che diritto: Wiseman rivela che questa è per metà genetica e per l'altra metà va guadagnata con il sudore della fronte.
Un'altra grande verità è che dobbiamo imparare la gratitudine. Le persone che si lamentano della propria infelicità sono le meno capaci di essere riconoscenti.
Esistono studi sulla psicologia della gratitudine che dimostrano quanto facilmente noi umani ci abituiamo al benessere.
Tutti hanno qualcosa di cui essere soddisfatti: un partner affettuoso, una salute di ferro, figli splendidi, un bel lavoro, amici fedeli. Tuttavia con il passare del tempo ce ne dimentichiamo.
Studi dimostrano che elencare quotidianamente almeno tre cose di cui siamo grati nella vita, o descrivere tre avvenimenti andati bene durante la settimana, aumenta la felicità per circa un mese.
Non è difficile e ci vogliono pochissimi secondi.

giovedì 10 marzo 2011

Una vita come le altre

                           
Alan Bennett è il più grande umorista inglese vivente, strepitoso commediografo con una grandissima forza comica che lo ha reso famoso in tutto il mondo con opere come Nudi e crudi o La pazzia di re Giorgio.
Nella sua ultima fatica letteraria vorrebbe dedicarsi ad un memoriale di famiglia senza far sorridere ma l'operazione non gli riesce.
Il lettore assume un'espressione seria quando scopre che la madre dell'autore era proprio matta, non solo depressa, come sembra credere il giovane figlio Alan sulle prime.
D'un tratto però il lettore si trova a ridere a crepapelle davanti alla descrizione dei sintomi della malattia. Come scrive la Parrella in una sua recensione, "il punto è che Bennett sa raccontare con ironia anche la sofferenza, il manicomio, la tenerezza dei suoi genitori, quella che si scopre da adulti, quando ci si ritrova figli all'improvviso, così bene che, alla fine, ci si trova quasi costretti a credere che quella dello scrittore, e della sua famiglia, sia stata una vita come le altre."

mercoledì 9 marzo 2011

ADA NEGRI


        
Pensiero d'Aprile



Eppure è bella, anima mia, la vita: non fosse che pei giorni in cui le foglie giocano a quale per la prima spunti sui rami; e tu le vedi, così tenere e trasparenti, che ti s'apron l'ali nel rimirarl...

"Io non ho nome. - Io sono la rozza figlia/dell'umile stamberga;/plebe triste è la mia famiglia

"Scrivere per Ada non ha niente a che vedere con l'arte, e non è neanche una possibile strada per la sua emancipazione; è un semplice atto di giustizia (Elisabetta Rasy, Tre passioni, Bur)

Mano nell'ingranaggio, la prima poesia di Ada, composta la sera in cui si rese conto che alla mamma, a casa per esser rimasta ferita in fabbrica, non avrebbero risarcito nulla.

Ada, cresciuta nella portineria dove la nonna Peppina fa da custode alla villa dei signori Barni-Grisi in corso di Porta Cremonese a Lodi: un vano di passaggio, una stanza per la cucina, e dietro, la camera con il letto dove dormono tutte tre, lei, la mamma e la nonna.

Annibale, fratello di Ada, piccolissimo va a vivere con lo zio Annibale. La mamma è costretta a cederlo al fratello, sposato senza figli, perché in portineria i padroni non lo vogliono.

La casa dove la luce è fioca perché alle finestre non ci sono vetri ma impannate di carta e il mobile più elegante è la cassa dei libri che serve da divano.

"Sì, il libro deve essere l'uomo; perché l'opera d'arte sia completa deve palpitare e sanguinare in essa rutta l'anima del poeta. Io non metterò la dinamite in mano all'operaio, ma gli schiuderò davanti la immensa via dell'avvenire, che egli certamente calcherà, fermo, calmo, agguerrito, rispettato e sereno."

giovedì 3 marzo 2011

Tornare bambini

 Voglio tornare bambino perché le ginocchia sbucciate fanno meno male di un cuore infranto
Jim Morrison

Voglio tornare bambino, voglio annusare la Coccoina, voglio spalmarmi il Vinavil e poi togliermelo come se fosse una pellicina. Voglio usare i pennarelli per poi avere tutte le dita piene di piccole striscette colorate. Voglio rubare la merenda ai grandi. Voglio credere che il mio soldatino si sposti all'ultimo momento e schivi il proiettile. Voglio credere che l'astronauta è un lavoro che si può fare solo di notte, perché di giorno non ci sono le stelle per atterrare. Voglio credere che un mio amico è un mio amico per sempre, e non ti tradisce mai. Ma soprattutto voglio credere che Babbo Natale il carbone te lo porta solo se sei stato cattivo.

Fabio Volo

mercoledì 2 marzo 2011

La vetrina della settimana


Vi aspettiamo. Oggi i nuovi arrivi per la primavera!
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