venerdì 30 marzo 2012

20134Lambrate _Signora Paglietta

                             
"I cappelli sono un grande antidoto contro il malumore. Offrono un volto felice in un mondo triste." Stephen Jones


Storia: Merito di Gabriele D'Annunzio, Maurice Chevalier e Fred Astaire se la paglietta ha ottenuto la sua fama. 
Il cappello di paglia a tesa rigida con la sua falda circolare e la cupola bordata da un nastro nacque nel secondo Ottocento e fu adottato da barcaioli e canottieri da cui il nome francese "canotier". 
                            
Entra nel guardaroba femminile all'inizio del secolo scorso, prima come copricapo da collegio e poi come indispensabile accessorio per le donne dedite agli sport all'aria aperta.
                              
Coco Chanel, ai suoi esordi come modista, ne ha fornito versioni molto raffinate. 
Negli anni Cinquanta conquista Brigitte Bardot e Audrey Hepburn.

mercoledì 28 marzo 2012

20134Lambrate_Alida Valli



Alida Maria Laura Altenburger baronessa von Marckenstein und Frauenberg del Sacro Romano Impero Germanico, nata a Pola il 31 maggio 1921. Per lavorare preferì un cognome d'arte scelto a caso sull'elenco telefonico.


Alida, occhi azzurro lavanda, sorriso dolce, soprannominata fidanzata d'Italia, a 14 anni vendeva i suoi regali della cresima per andare a Milano a fare un provino. Nel '41 recitava in Piccolo mondo antico di Soldati e più tardi era a Hollywood con Alfred Hitchcock; nel '54 in Senso con Luchino Visconti.
Primo tappeto: Luchino Visconti, durante la realizzazione della scena che vedeva la Valli ammantata in un grande scialle con disegni cachemire la avvolse in un grande tappeto, unico tessuto che fu possibile trovare con questa decorazione.


Secondo tappeto: Soldati, pazzo di lei, si nascose dentro un tappeto arrotolato per spiarla mentre era con Risi. Scoperto perché continuava a fumare, si mise a urlare: " Non capisco come sono finito qui dentro".


Un'altra volta, Soldati che era gelosissimo, l'accompagnò a prendere un treno. Decise poi di salire anche, saltò sull'ultima vettura e cominciò a correre. La trovò mentre baciava un suo fidanzato.
                       
La storia con Risi, assistente di Soldati sul set di Piccolo mondo antico: "Me ne innamorai subito, ricambiato. Uno spiantato, senza arte né parte come me, erano tutti incazzati, a partire da Soldati. Come andò? La presentai a mia madre, poi l'accompagnai al treno. "Ti chiamo domani, mi disse". L'ho rivista dopo trent'anni.


Un odio per i giornalisti. Un grande amore per il cioccolato.


Vanni Borletti, playboy e aviatore, morto in volo durante la Seconda Guerra Mondiale, a detta della Cortese "l'amore che rimase nel cuore di Alida per tutta la vita." In omaggio alla sua bellezza le aveva riempito una vasca da bagno di champagne.



martedì 27 marzo 2012

20134Lambrate_ La vetrina della settimana



                                                                     
                                                             

lunedì 26 marzo 2012

20134Lambrate_ Arrivederci caro Antonio

Un altro caro saluto d'obbligo va ad Antonio Tabucchi e alla sua Lisbona che tanto ho sognato di visitare portandomi appresso un suo libro. 
Quest'anno un fine settimana a Lisbona sarà il mio regalo di compleanno. E ancora di più il mio pensiero andrà a Tabucchi e al nostro Pessoa.
Una sua citazione: 

"La vita non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l'altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme... e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla sabbia c'è un tracciato strano, un disegno senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori."


                             

venerdì 23 marzo 2012

20134Lambrate_ Arrivederci caro Tonino


La farfalla
Contento, proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando
mi hanno liberato in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.


 

L'aria

L’aria l’e cla roba lizira
che sta dalonda la tu testa
e la dventa piò céra quand che t’roid

L’aria è quella cosa leggera,
che sta intorno alla tua testa
e diventa più chiara quando ridi.


Amarcord
Lo so, lo so, lo so
che un uomo, a 50 anni,
ha sempre le mani pulite
e io me le lavo due o tre volte al giorno
ma è quando mi vedo le mani sporche
che io mi ricordo di quando
ero ragazzo

giovedì 22 marzo 2012

20134Lambrate_Bijoux che sembrano d'oro


Non è tutto oro quello che luccica... ripeteva la nonna. Ammetto, aveva ragione.
Ma pensiamo ai bijoux  fantasia, realizzati già nell'era dell'Art Nouveau o alla cosiddetta costume jewellery creata per Broadway e Hollywood dagli anni Trenta in poi.
Sembravano d'oro ma in realtà erano gioielli in argento, ottone e altri metalli dorati.
La placcatura - detta anche galvanica, dal nome dello scienziato Luigi Galvani - è una tecnica ben precisa: l'oggetto viene immerso in un bagno acido in cui è disciolto il metallo; con l'aiuto della corrente elettrica, le particelle metalliche vi si depositano sopra, formando un vero e proprio rivestimento.
                               
                                 

mercoledì 21 marzo 2012

20134Lambrate_ Piccola, nera intramontabile: la giacca di Chanel


Piccola, nera e intramontabile. Mademoiselle Coco Chanel la disegnò nel 1954.
Oggi un libro celebra il capo per eccellenza. "Ogni stilista sogna di inventare la giacca di Chanel" commenta Karl Lagerfeld dal 1983 direttore creativo della Maison. "l'equivalente dei jeans e della T-shirt, qualcosa di neutro, di femminile e maschile al tempo stesso, oltre che il simbolo di una moda senza tempo." Per questo Lagerfeld l'ha voluta celebrare in un libro sontuoso al quale ha dedicato più di un anno di cure. (Steidl, Gottingen, pgg 232, in libreria in autunno.)

Come scrive la Grande Giusi Ferré: "c'è un che di magico nel nome di Chanel che affascina le ragazzine, incanta le signore, attira le intellettuali e interessa le femministe.
                             
Mademoiselle Chanel affascina tutte per quel suo essere contemporaneo in qualsiasi momento. L'unica le cui creazioni degli anni Cinquanta sono tuttora al vertice dello stile e dei desideri di tutte.
                                

martedì 20 marzo 2012

20134Lambrate_ La vetrina della settimana

                                                                         Dettagli:
                                  

lunedì 19 marzo 2012

20134Lambrate_Dalida


Dalida, nome d'arte di Iolanda Cristina Gigliotti, parla sei lingue e riesce a cantare in quindici compreso l'arabo, lo sloveno, il croato e il russo. 
Dischi di Dalida venduti nel mondo: 85 milioni, più di Frank Sinatra.

L'incontro con Alain Delon, un idillio furtivo nel 1963. Lui è un facchino a Les Halles, lei Miss Egitto 1954. Vivono a Parigi a due passi dall'Arco di Trionfo, in due mansarde piccolissime, sullo stesso pianerottolo.
L'incontro con Luigi Tenco avviene nel agosto del 1966, subito sfociato in una relazione perché lei è "irresistibilmente attratta da lui". 
Insieme facciamo passeggiate romantiche mano nella mano. Andiamo al cinema o in qualche pizzeria oppure tiriamo tardi in casa di Miranda Martino.

"Mi sento completamente alla deriva, in balia di un sognatore imprendibile. Mi regala il ricordo più bello: una notte non bada a percorrere 600 chilometri in macchina per vedere spuntare l'alba assieme a me. Il nostro rapporto è incatenante. Chi ci conosce bene dice che sembriamo gli unici amanti su questa terra."
                            
Sarà lei che il 27 gennaio 1967 alle 2.10 del mattino a trovare il corpo di Luigi Tenco riverso a terra nella camera 219 dell'Hotel Savoy di Sanremo. Quella sera la giuria del Festival ha eliminato la loro canzone Ciao amore ciao . Sul comodino, accanto al cadavere, un biglietto: " Faccio questo non perché sia stanco della vita (tutt'altro), ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale... Ciao, Luigi."
Secondo un saggio di Aldo Fegatelli Colonna, il cantante sarebbe stato ucciso dal marito di Dalida che due anni dopo si suicidò con la stessa arma. 
                                 
"Pardonnez moi. La vie m'est insupportable - Perdonatemi, la vita mi è insopportabile" il messaggio lasciato da Dalida prima di suicidarsi nella sua villa di Montmartre, il 2 maggio 1987.

"Uno di quegli esseri fragili nati per lo show business marchiati fino alla morte dalla solitudine." Le Monde

venerdì 16 marzo 2012

20134Lambrate_Modernariato con vista

                                                                         

giovedì 15 marzo 2012

20134Lambrate_omaggio a Sylvia Plath


                                       
Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e di fibra; fammi imparare, attraverso questa disperazione, a distribuirmi: a sapere dove e a chi dare, a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell’infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie. A non essere amara. Risparmiamelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole. Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per la mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell’alcol e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula.
Sylvia Plath, Diari

mercoledì 14 marzo 2012

20134Lambrate_Joan Didion, Blue Nights


Non leggo l’autore, ma la scheda.
“Blue Nights sono le ore lunghe e luminose della sera che a New York preannunciano il solstizio d’estate, «l’opposto della morte del fulgore, ma anche il suo annuncio». Sono passati sette anni da quando Joan Didion...”
Joan Didion?! Lei! L’anno del pensiero magico! Non ho capito bene la frase, ma che importa!
Joan Didion! 
                          
Salto qualche riga e mi fermo su una frase.
“A fare i conti con la propria, inaspettata vecchiaia.”

"La vita cambia in fretta.
La vita cambia in un istante,
Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita. Il problema dell'autocommiserazione. Ecco le prime parole che scrissi dopo che accadde. La data dei file di Microsoft Word sul computer («Note sui cambiamenti.doc») è «20 maggio 2004, ore 23.11», ma quello dev'essere stato il momento in cui, dopo averlo aperto, ho schiacciato prudentemente il tasto per salvarlo. Non avevo fatto cambiamenti in quel file, in maggio. Non avevo fatto cambiamenti da quando avevo scritto quelle parole, nel gennaio 2004, un giorno o due o tre dopo il fatto.
Per molto tempo non scrissi altro.
La vita cambia in un istante.
Un normale istante.
A un certo punto, per ricordare quello che sembrava più sorprendente in ciò che era accaduto, pensai di aggiungere quelle parole, «un normale istante». Capii subito che non ci sarebbe stato bisogno di aggiungere la parola «normale», perché sarebbe stato impossibile dimenticarlo: quella parola non mi è mai uscita di mente. Era infatti la normalità di tutte le cose che avevano preceduto il fatto a impedirmi di credere veramente che fosse accaduto, a impedirmi di assorbirlo, di incorporarlo, di superarlo. Oggi riconosco che non c'era nulla di straordinario in questo: davanti a un disastro improvviso tutti noi finiamo per notare com'erano irrilevanti le circostanze in cui è successo l'impensabile, il terso cielo blu da cui è caduto l'aereo, un giro in macchina che è finito in un fosso tra le fiamme, le altalene dove come sempre giocavano i bambini quando il serpente a sonagli è sbucato dall'edera. «Stava tornando dal lavoro - felice, fortunato, sano - e poi... addio» ho letto nella storia di un'infermiera di una clinica psichiatrica il cui marito morì in un incidente stradale. Nel 1966 mi capitò di intervistare molte persone che vivevano a Honolulu la mattina del 7 dicembre 1941; tutte, senza eccezione, iniziavano la loro storia di Pearl Harbor dicendomi che era stata una «normale domenica mattina». «Era una bella giornata, una normale giornata di settembre» dice ancora la gente quando qualcuno le chiede di descrivere la mattina newyorkese in cui il volo 11 delle American Airlines e il volo 175 delle United Airlines andarono a schiantarsi contro le torri del World Trade Center. Anche il rapporto della Commissione 9/11 si apriva su questa nota, insistentemente premonitoria ma anche attonita: «L'11 settembre 2001, martedì, fin dal mattino negli Stati Uniti orientali fu un giorno temperato e quasi senza nubi».
«E poi... addio.» Nel bel mezzo della vita noi siamo nella morte, dicono gli episcopali al cimitero. Più tardi mi resi conto che dovevo avere ripetuto i particolari dell'accaduto a tutte le persone che erano entrate in casa in quelle prime settimane, tutti quegli amici e parenti che portavano roba da mangiare e preparavano qualcosa da bere e apparecchiavano il tavolo della sala da pranzo per chi si trovava lì, molti o pochi che fossero, all'ora di pranzo o all'ora di cena, tutti quelli che sparecchiavano e mettevano in frigo gli avanzi e accendevano la lavastoviglie e riempivano la nostra (ancora non riuscivo a dire la mia) casa vuota anche dopo che io ero andata in camera da letto (la nostra camera da letto, quella in cui sopra un divano giaceva ancora uno stinto accappatoio di spugna extra large comprato negli anni settanta da Richard Carroll a Beverly Hills) e avevo chiuso la porta. Quei momenti in cui venivo bruscamente sopraffatta dalla stanchezza sono, dei primi giorni e delle prime settimane, la cosa che ricordo più chiaramente. Non ricordo di avere parlato dei particolari con nessuno, ma devo averlo fatto, perché tutti sembravano conoscerli. A un certo punto considerai la possibilità che li avessero attinti gli uni dagli altri, ma la scartai immediatamente: la storia che raccontavano era in ogni caso troppo precisa per essere stata passata di mano in mano. Veniva da me."

lunedì 12 marzo 2012

Milano vintage - La pochette

                                                                         
Il nome e le origini della pochette risalgono al XVIII secolo quando al posto delle tasche - in francese appunto poches - si usavano piccoli sacchetti da nascondere sotto le giacche o appese in vita. 
                                
A segnare il suo momento d'oro sono stati gli anni Venti e Trenta quando le dive più glamour come Joan Crawford ne fecero una irrinunciabile alleata della loro eleganza.
                                 
Di misure per lo più ridotte, è talvolta munita di una piccola tracolla da polso. Può avere la chiusura rigida (clutch) o una forma lunga e stretta.

giovedì 8 marzo 2012

Milano vintage - Giallo, giallo, giallo

cintura rigida 
orecchini anni '40
Foulard Hermès
mimose

mare di fiori gialli
                                                                             
limoni.
fiore giallo

taxi a NY

mercoledì 7 marzo 2012

Vintage - Hedy Lamarr


Hedwig Eva Maria Kiesler, nata nel 1913. Si decise per Hedy Lamarr in omaggio all'attrice del muto Barbara La Marr, scomparsa pochi anni prima appena trentenne.

"Non si era mai vista al cinematografo una scena di amoroso possesso più esplicita e conturbante, e con una donna tanto bella." Sandro De Feo, Europeo 1952

Il suo primo marito, l'industriale tedesco Fritz Mandll comprò tutte le copie del film Estasi in circolazione. Solo Mussolini si rifiutò di vendere la sua copia.
                         
Ebbe sei mariti. Tutti milionari.
Dotata di robusti appetiti sessuali non lo nascondeva. Tra i suoi amanti Charlie Chaplin, Jean Pierre Aumont, Erich- Maria Remarque.Dotata di un cervello da scienziato la diva fece una grande scoperta scientifica: inventò il sistema di controllo radio delle torpedini indecifrabile per il nemico. Il Pentagono brevettò l'apparecchio inventato da Lamarr-Antheil nel 1942 a loro nome. Questo sarà alla base del sistema dei (futuri) cellulari.

"Se un uomo mi manda dei fiori, vado sempre a guardare se tra i boccioli è nascosto un bracciale di diamanti. Se non c'è non vedo l'utilità dei fiori."

Quando entrava in una stanza tutti smettevano di parlare. Quando parlava, uno non la stava ad ascoltare, si limitava a guardare la sua bocca che si muoveva e si stupiva delle squisite forme che assumevano le sue labbra. Veniva, di conseguenza, piuttosto frequentemente fraintesa.
                           
"Non è difficile diventare una grande ammaliatrice: basta stare immobile e recitare la parte dell'oca."
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