venerdì 30 settembre 2011

Vintage - La vetrina della settimana


Le donne di Newton
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Bill Cunningham. L'uomo che ci ha raccontato la moda

Un omino in bicicletta vestito di tela blu, che da 50 anni fotografa gli abiti della gente per strada: Bill Cunningham racconta la moda a New York come nessun altro. Ora un film racconterà lui.
Prima che fosse un hobby diffuso, Cunningham già aveva fatto del fotografare i vestiti della gente un mestiere.

"Spesso coglie una cosa che a me e al mio staff era completamente sfuggita, e che sei mesi dopo sarà una moda" Anne Wintour
Bill Cunningham fotografa vestiti e racconta l'evoluzione della società. Richard Press, il regista di Bill Cunningham New York, racconta di averci messo dieci anni a convincerlo a lasciagli raccontare la sua vita così assurdamente leggendaria e al tempo stesso qualunque. "Sono quello che le porta i rullini in bicicletta" dice a un certo punto al telefono allo sviluppatore, il quale stampa le sue foto da anni e probabilmente non conosce nemmeno il nome di quell'omino in bicicletta vestito sempre di tela blu. Non è dato sapere quanto l'essere così schivo sia una posa: non sarebbe Bill Cunningham se avesse l'autista, se vestisse come uno di quelli che fotografa, se semplicemente se la tirasse quanto potrebbe permettersi di fare. 
                               
"Il denaro è la cosa più a buon mercato che ci sia. La libertà è la più preziosa."


lunedì 26 settembre 2011

Geltrude Stein: "Per mia fortuna sono nata marito"

La scrittrice statunitense Geltrude Stein "grassa, baffuta come un caporale degli alpini" diceva di se stessa: "Per fortuna sono nata marito." S'innamorò a prima vista di Alice Toklas, nonostante la definisse una bugiarda, cocciuta, ingegnosa, cattiva, villana, dotata di immaginazione melodrammatica. Annunciarono di aver celebrato il loro matrimonio nel 1910, e di essersi giurate eterna fedeltà. Geltrude morì 36 anni dopo. Alice morì molto più tardi, cieca e quasi novantenne: come desiderava fu seppellita nel retro della tomba della Stein con "il nome appena cesellato sulla lastra di granito per non fare ombra a quello del marito, Geltrude."
Dopo novanta sedute di posa per ritrarla, Picasso abbandonò il pennello: "Non vi vedo più quando vi guardo". Aveva appena dipinto il viso, ma lo cancellò. Ripreso in mano il ritratto lo terminò in sua assenza. Quando gli rimproveravano che non era per niente somigliante, rispondeva: "Non importa: è lei che finirà per assomigliargli."
"Alice si copriva la fronte perché aveva un corno fra le sopracciglia, una ciste sebacea che la faceva somigliare a un unicorno, in modo che le due formavano la coppia perfetta, l'ippopotamo e il rinoceronte. "Pablo Picasso
La casa parigina di Geltrude, decorata su muri, tappetti, piatti di un solo motto, infinito: "una rosa è una rosa, è una rosa."


La risata di Geltrude "come una bistecca." Mabel


Il giorno dell'esame di filosofia, Geltrude Stein, scrisse sul foglio: "Ieri sono stata all'opera e davvero oggi non mi sento di scrivere di filosofia." Il professore, William James, accettò il compito dandole il massimo dei voti.


A chi le diceva, un giorno, di aver accertato che i tre geni della nostra epoca sono Gide, Picasso e Geltrude Stein, rispose, sinceramente stupita: "Giustissimo, ma perché volete metterci anche Gide."


La scrittrice omossessuale a proposito degli uomini: "é buffo, le due cose di cui quasi tutti gli uomini sono più orgogliosi sono la cosa che chiunque sa fare e facendola la fa allo stesso modo, cioè essere ubriaco e fare figli."


All'amata Alice regalò un grande anello con rosette di brillanti, spesso e sporgente, per impedire agli uomini che le facevano il baciamano di sfiorarle la pelle con le labbra.


                                                             
"Qualunque vita si guardi sembra infelice ma qualunque vita vissuta è lieta, e qualunque cosa accada continua ad esserlo. Malgrado il dolore. Finché si stringono in mano le ortiche non si sentono le punture. Il dolore inizia quando si allenta la presa."


"Mi chiese nel pomeriggio:qual'è la risposta? Io rimasi in silenzio. In questo caso, disse lei, qual'è la domanda? (Alice, ricordando gli ultimi minuti di vita di Geltrude)


                                                                       

venerdì 23 settembre 2011

Vintage


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Nella settimana della moda... Sfilata di cappelli 1° parte

                                                           

giovedì 22 settembre 2011

Piero Manzoni. Chi mettereste sopra la Base magica?

Base magica
 la Base magica: un piedistallo firmato dall'artista che eleva al ruolo di opera d'arte ogni persona disposta a salirvici sopra
                                                           

mercoledì 21 settembre 2011

Liz Taylor. La diva dagli occhi viola

"Penso che Ava Gardner sia veramente bella... Io sono abbastanza carina. Non ho il complesso del mio aspetto, ma ho le gambe corte, le braccia troppo grosse, il doppio mento, il naso un po' storto, piedi grandi, mani grandi e sono troppo grassa."
                                                    
La 20th Century Fox pagò a Elisabeth Taylor un milione di dollari per interpretare il ruolo di Cleopatra. "Se qualcuno è così scemo da offrirmi un milione di dollari per fare un film io non sono così scema da rifiutarlo."

"Sei troppo grassa, ma te l'hanno mai detto che sei una gran bella ragazza?" Richard Burton la prima volta che incontrò Liz Taylor sul set di Cleopatra.
Un aneddoto: secondo i conti della produzione, durante le riprese del film Liz ha mangiato per colazione 12 polli e 18kg di bacon.
La Mgm, per il suo matrimonio con Hilton le regalò l'abito da sposa, 25 metri di raso bianco con perle, pochi mesi dopo, alla notizia del divorzio, ne chiese la restituzione. Lei collassò per la prima volta.

"Marilyn ci ha staccato tutte morendo giovane. Ma io sono stata a un passo dalla morte molte volte. Arrivare a un passo dalla morte è la mia specialità. Anche questo conta qualcosa, non credete?"

La sua vita: otto matrimoni, sette divorzi, due Oscar, due tentativi di suicidio, due polmoniti quasi letali, un tumore al cervello, un cancro alla pelle sconfitti dopo lunghe cure, la piaga dell'alcolismo (superato), la scoliosi mai guarita, quaranta ricoveri in clinica, diciotto operazioni, quattro figli, otto nipoti, sei aborti, quattro vedovanze e tre mariti maneschi.
                             
"Sono una sopravvissuta: l'esempio vivente di cosa possiamo sopportare continuando a vivere."

martedì 20 settembre 2011

lunedì 19 settembre 2011

La mia Africa. Omaggio a Karen Blixen e a tutte le Grandi donne




In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. A centocinquanta chilometri più a nord su quegli altipiani passava l'equatore; eravamo a milleottocento metri sul livello del mare. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al sole, ma i mattini, come la sera, erano limpidi e calmi, e di notte faceva freddo.

"Quando gli dei vogliono punirci, avverano i nostri desideri." Karen Blixen

L’attrazione di Karen Blixen per gli Africani era stata immediata e sensuale.  «Entrarono nella mia esistenza - scrisse alla fine della sua vita-, come una risposta a una interrogazione profonda della  mia natura, forse ai miei sogni d’infanzia, alla poesia che avevo letto ed adorato a lungo allora, o alle emozioni ed agli istinti  che giacevano nel più profondo della mia anima». Sentiva di condividere  con loro una specie di “patto”.                 
                                   

venerdì 16 settembre 2011

Lalla Romano. "Le parole sono importanti se sono poche."

“Vorrei che il mio romanzo avesse il rumore del mare”.

“Scrivere vuol dire scrivere di sé,

 in modo più o meno dichiarato…

 scrivere per me è stato anche il tramite

 per entrare nelle vite degli altri”.

Il figlio Piero, le aveva chiesto di rinunciare alla pubblicazione del libro che parlava troppo di lui. Lei: "Anche i libri sono figli."





giovedì 15 settembre 2011

Alda Merini. Il dono di trasformare tutto in poesia



« Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita. »
(Alda Merini, La pazza della porta accanto)

"Ma lei cosa vorrebbe? Uomini"

Il primo marito di Alda Merini, Ettore Carniti, panettiere, sposato nel 1953. La fece internare per una decina d'anni al Pini. "Sono tornata a casa dal manicomio e mio marito ha detto: Ah, sei tornata; la panetteria l'aveva venduta, aveva cambiato lavoro e passato i migliori fra gli anni più belli della sua vita."

"Lo sai dunque che questa è la descrizione del nostro amore, che io non sia mai dove tu sei, e tu non sai mai dove sono io? G. Manganelli che la corteggiava

Era solita scrivere numeri e indirizzi sui muri di casa "perché sono comodi, si sa dove sono."

                                                    
La sola volta che lasciò la sua casa ai Navigli fu quando, ottenuto il premio Montale Guggenheim, che aveva una borsa molto ricca si trasferì all'Hotel Certosa e vi rimase fino a che non finirono i soldi, donandoli in parte a tutti i barboni che incontrava e comprando innumerevoli peluche agli amici.

Un giorno confessò di aver amato disperatamente per cinque anni Titano, un clochard. Di giorno vagava sulle panchine, lungo i Navigli, al tramonto andava a rifugiarsi a casa di lei. Le diceva: Voglio fare l'amore con te. Sara un peccato mortale?" Titano è stato un ciclone di emozioni: profumava di strada. Quando gli facevo il bagno, la sera, la vasca diventava nera di terra e di smog.

"Non ho mai smesso di fumare né di sperare."
                                                      
"Un'infermiera che mi ha curata quando stavo in manicomio mi ha detto: è stata con noi 15 anni e non ci ha mai detto che scriveva! Certo, ho risposto, non son mica matta."

mercoledì 14 settembre 2011

Gli elisir di giovinezza glamour: arrivano i superfruits!

Avvistati in mano alle bellissime Kate Moss e Gisele Bundchen, amati da Madonna e Liz Hurley goji, noni, acai e mangostano sono l'ultima moda in fatto di alimentazione. Promettono infatti una pelle radiosa e un'incredibile longevità.

GOJI, bacche rosse spontanee che crescono nelle valli della Mongolia, del Tibet e in Cina. Chiamata dagli indigeni bocca della felicità per la sensazione di rilassamento che lascia dopo averla consumata. Secondo la leggenda chi beve questo succo non avrà mai capelli bianchi e conserverà un sorriso bellissimo.

goji
ACAI, frutto brasiliano, cresce nella foresta amazzonica. Gli Indios lo chiamano frutto della vita. Ricchissimo di vitamine, antiossidanti e sali minerali e fibre contribuiscono a dare un senso di sazietà. Sapore: curioso mix tra vino rosso e cioccolato.

acai
NONI è prodotto da una pianta polinesiana. Le sue virtù si gustano in succo a cui sono aggiunti mirtilli e uva perché il frutto ha un odore e un sapore molto sgradevoli. Conosciuto da secoli compare nella medicina ayurvedica per le sue proprietà terapeutiche. Ricco di vitamina A B C ferro calcio e zinco. 
noni
MANGOSTANO pianta diffusa nei posti più caldi del pianeta, dall'Africa all'Australia al Sudamerica passando per i Caraibi. Produce da sé le sostanze contro i parassiti che l'attaccano. Il frutto racchiude la polpa bianca e cremosa dal vago sapore di pesca - ma c'è chi dice che vi sia una punta di ananas e fragola. Contiene fibre, sali minerali e vitamina C.                                                               
mangostano
                              

martedì 13 settembre 2011

Vintage - La vetrina della settimana... Tweed and Tartan!

                                                                   
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