venerdì 10 gennaio 2014

20134lambrate_Fatoumata Diawara

Vivace come la speranza che vuole infondere alla sua terra.
                  

Così è Fatoumata. E così è il suo stile, emblematizzato dall'abito con cui ha ritirato il premio Art for Peace  della fondazione Veronesi.
L'attrice e cantante è fuggita dal Mali a 19 anni perché le era stato imposto un matrimonio.
Vi è tornata solo nel 2013 per realizzare MALI-KO, inno alla pace con altri musicisti maliani in risposta alla guerra civile che ha sconvolto il paese.
                  
"La musica - dice è un mezzo per unificare il mondo. L'arte è l'opposto della guerra. Quando salgo sul palco anche io porto con me un'arma che produce melodie, fa dimenticare i problemi."
E ancora: " Penso che il futuro del mondo sia nelle mani delle donne.Oggi viviamo in una società violenta perché troppo maschile. Spero che l'uomo si convinca a darci il giusto spazio. Mai sottovalutare il potere materno."
               

Dopo aver collaborato con artisti internazionali continua il suo tour e lavora al suo secondo album, incentrato su temi che le stanno a cuore. "Ormai non suono più per me ma sento l'obbligo di cantare per le giovani che meritano più libertà"

Una rivendicazione che per lei diventa anche una questione di stile.
"In scena porto strumenti tipici e canto solo in bambara, la mia lingua.
Allo stesso modo indosso costumi tradizionali seguendo l'esempio di Miriam Makeba.
Mi piace pensare che il mio pubblico possa compiere un viaggio, scoprendo qualcosa che lo arricchisce."
La vera bellezza è dunque questa? "Certo, quando mi guardo allo specchio, sento che devo lottare per conservare la mia libertà.
La musica è come un uccello che vola nel mondo."

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