lunedì 14 febbraio 2011
Sensibili alle madri
Tre esordi letterari sul dolore di crescere e il rapporto con la propria madre.
Un'ambientazione contadina fa da sfondo alla prima storia. Mia madre è un fiume dell'abruzzese Donatella Di Pietrantonio narra con una lingua straordinaria e dolente il rapporto della figlia adulta che racconta alla madre malata e priva di memoria la proprio storia. Vita contadina di una donna “troppo educata al sacrificio per permettersi il piacere di stare con la sua creatura.”
La vita accanto, prima fatica letteraria della quarantenne Mariapia Veladiano, laurea in teologia, è l'epopea di una donna che ha imparato fin dall'infanzia che chi è brutta " non fa capricci, non chiede, impara presto a mangiare senza fare briciole con il pane", ambietata a Vicenza. Rebecca è nata brutta da una madre bellissima, che alla sua nascita è ammutolita, morendo a poco a poco nella sua elegante casa. Solo crescendo Rebecca capirà che non è stata sua la colpa involontaria ad allontanare la madre ma un male molto più forte e irrimediabile.
Lo stesso silenzio al posto delle parole si respira tra le pagine del libro Settanta acrilico, trenta lana della giovane esordiente catanese Viola Di Grado. Ci racconta il microcosmo morboso di una figlia e una madre italiane nella desolante Leeds. Alla morte del padre, per loro “tempo e spazio si sono azzerati.” Smettono di parlare comunicando solo con gesti asciutti e surreali.
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