mercoledì 27 novembre 2013

20134Lambrate_Jole Veneziani 2° parte

                      

Proprio a causa dell'insistenza delle sue clienti più affezionate, che le domandano di continuo qualcosa di adatto da indossare, decide - nel 1943 - di annettere al laboratorio un atelier di sartoria.
Abiti, scarpe, borsette in coordinato stregano il bel mondo meneghino.
                     

E la spingono, solo un anno dopo, a trasferirsi in via Montenapoleone 8, nonostante le bombe, nonostante le macerie.
Jole non si fa scoraggiare neppure dalla guerra, dall'acqua razionata, dalla crisi, dai muratori che dicono "L'è una matta".
                    

Traballa il lampadario di cristalli sotto i bombardamenti, ma "zampa di velluto" - come la chiamano affettuosamente le sue sartine - non si arrende e fa della sua sua maison la più ambita.
Bravissima, si avvale di collaborazioni importanti: Chino Bert (nome d'arte di Gianfranco Bertolotti), Maurizio Monteverdi, Alberto Lattuada e Brunetta, alias Bruna Moretti e 150 lavoranti.
                   

Le sue mannequin son Elsa Martinelli, Mirella Petteni, Isa Stoppi. 
Realiza total look in grado di adattarsi al corpo delle donne, al di là dell'immediata frivolezza della moda del momento, uno per ogni occasione. 
                  

Taglia tessuti sportivi - tweed, piedde-poule e fustagno - per i completi da giorno, cuce mikado, tulle e chiffon e li fa aderire alla silhoutte per fourreaux a sirena.

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