martedì 25 gennaio 2011

Io sono amore



                                                                               
                                                                               

"Una Milano innevata apre Io sono l’amore, con riprese veloci orizzontali su parete stile liberty o neoclassico, guglie, mostrandoci la città lombarda protagonista, romantica e austera, come raramente il cinema di oggi ci offre (milanesissima Marina Spada a parte).
E poi la camera si infila in un lussuosissimo interno borghese (la location è la stupenda Villa Necchi Campiglio), nel bel mezzo della concitazione per la cena di compleanno del nonno patriarca, capofamiglia e capoazienda, tra domestici puntuali, tavola apparecchiata con maniere severe e principesche, invitati di un’eleganza formale: sembra più caldo fuori che in casa.
Il regista Luca Guadagnino disegna l’affresco molto esteta dei Recchi, famiglia borghese imprenditrice, che vive il momento dei cambi generazionali e lo spettro della decadenza.
Tra acconciature a puntino, abiti impeccabili, garbo e modi gentili, spicca Emma, una straordinaria Tilda Swinton, che in un silenzio stridente sgusciando da quel quadro famigliare ingessato matura una passione pericolosa… E spicca Betta (Alba Rohrwacher), la prima ad allontanarsi - per amore - dal perbenismo canforato, in un certo senso ispiratrice della madre.
Tra i colori e le luci da fasto intanto la musica di John Adams, noto compositore statunitense, contribuisce a crescere un epos intenso, creando un senso di attesa inquieta che a volte è anche ben più impetuoso della scena a cui si lega."
recensione estrapolata dal sito blog.panorama.it

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