[foto di copertina: Giovanna Silva per SOS Abitare, 2008] |
“Io voglio ringraziare non solo la Triennale ma anche la città di Milano, città dove siamo venuti, e che con la Triennale ha sempre avuto un’attitudine integrata. Il primo lavoro che ho fatto qui è stato con Caccia Dominioni: l’ingresso alla Triennale dal parco. Era il dopoguerra, e Caccia Dominioni rappresentava una Milano ancora nella tradizione. Ma subito arrivammo, da fuori, Vittorio Gregotti, io, moltissimi, ed eravamo pronti a uscire per ritornare, perché Milano ci accoglieva sempre con un tentativo di sintesi interessante. Voglio solo citare una piccola cosa, perché Stefano Boeri poco fa ha parlato molto bene di questo periodo. Quando facemmo una ricerca per una grande manifestazione – la Triennale del “Tempo libero” – secondo me ci furono due attitudini [...]. Vittorio Gregotti, con Umberto Eco, si affidarono a una base dell’architettura, che era la geometria. Però io ero ossessionata dal fatto che due rette parallele andassero all’infinito. Io non sapevo cos’era l’infinito, nessuno lo sapeva. Quindi, con Carlo Aymonino, ci affidammo invece all’espressione, cioè a Picasso. Ecco, quello che voglio dire è che a Milano si sono sempre incrociate tesi forti, che sono state discusse. Scusate. Grazie.”
Gae Aulenti, 16 ottobre 2012
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