In Italia le tre sorelle diventano Alessandra, Giuditta e Caterinetta Lescano. Iniziano subito un duro allenamento vocale impegnandosi con straordinaria dedizione.
La loro voce è un dono: sincronizzata alla perfezione, con un adorabile accento e la erre moscia.
Con la diffusione della radio il Trio esplode in una carica di canzonette che si muovono tra lo swing e il jazz.
In poco tempo diventano le tre grazie del microfono mentre le ideologie razziali di Hitler arrivano in Italia.
Ogni passo nella società fascista è circospetto. Ma le ragazze paiono lontane da tutto.
Ben presto cominciano a guadagnare le tanto desiderate mille lire al mese, e anche di più, vivono a Torino, in centro viaggiando su una splendida Balilla quattro porte. Si truccano pesantemente - come i circensi a detta di Isa Bettini - adorano i bei vestiti che disegnano e fanno realizzare da una brava sarta.
La moda italiana le lascia indifferenti tanto che la loro canzone Signorina grandi firme ironizza proprio sul costume delle italiane.
Eppure in Italia tutti le vogliono, compreso Umberto il re del Piemonte.
Solo i gerarchi del regime storcono il naso per le loro origini ebraiche.
A Mussolini piacciono molto, nonostante non abbiano preso la tessera fascista.
Nel 1941 ottengono la cittadinanza italiana.
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