giovedì 27 febbraio 2014

20134Lambrate_Ava Gardner. 1° parte


AVA GARDNER
di Micaela Tenace
                   

Londra, gennaio 1988. In un palazzo georgiano di South Kensington vive una donna bellissima. Zazzera arruffata e sopracciglia ad ala di gabbiano, se ne sta accovacciata su una poltrona, le lunghe gambe affusulate ranicchiate sotto di sé, rilassata in una morbida tuta che le accarezza le forme.


Nonostante i sessantacinque anni compiuti se ne sta li con una postura da adolescente, lo sguardo feline e seduttivo. Di fronte a lei c'è Peter Evans, giornalista di lungo corso, occhiali sottili che incorniciano gli occhi celesti, alle spalle tante biografie best seller.
                    

Peter le scruta il volto. 
Qualcosa le vela lo sguardo. Ava Gardner, la divina di Hollywood degli anni d'oro, la gatta sexy dai capelli d'ebano e gli occhi di smeraldo, ha il viso segnato da un ictus.
Lei l'ha convocato nel suo appartamento: "Sono in bancarotta tesoro. O scrivo un libro o vendo i miei gioielli. E sono un po' sentimentale riguardo i gioielli" gli dice con quel sarcasmo sferzante al quale Peter dovrà far l'abitudine. 
                          

"La mia vita si può riassumere così: "Ha fatto film, ha smesso di girarne e ha reso la sua vita un fottuto casino. Ma non ha mai preparato una marmellata in vita sua" dichiara di se stessa. 
Così l'inizio di una serie di incontri a tardo pomeriggio annaffiati da Martini Dry, di conversazioni telefoniche a notte fonda. 
Questa la genesi di Ava Gardner. The secret Conversations, nuova biografia sopravvissuta a lei e al suo autore. 

Le conversazioni tra i due sono strampalate, frammentate, rese complicate dal carattere capriccioso e umorale dell'attrice, dalla sua necessità nevrotica di bere. ("Io bevo per ricordare")

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