lunedì 6 febbraio 2012

Vintage - Dora Maar



Bella, triste e piena di talento. 

“ Si avvertiva immediatamente quando ci si trovava in sua presenza che quella non era una donna comune. Non era bella in senso classico, ma era un tipo che non si dimenticava facilmente. C'era nei suoi occhi una luce, uno sguardo straordinariamente luminoso, limpido come il cielo di primavera. Aveva una bella voce, una voce singolare, unica. Non ho mai conosciuto nessun altro con una voce come la sua.
Era come un gorgheggio nel canto degli uccelli.“ 

(Dora secondo lo scrittore James Lord)
                                 
La fotografa surrealista ebbe molti amanti e un amore devastante per Picasso che la dipingeva come la donna che piange. La prima volta che la vide disse di lei: "E voi, voi mi siete apparsa in rosso e nero." L'incontro avvenne al Deux Magots, celebre caffè parigino, nel 1936. Lei, 29 anni, bruna, economicamente indipendente, energica, voce sensuale, seduta a un tavolino si sfila i guanti neri e con un coltello affilato colpisce lo spazio tra un dito e l'altro, senza curarsi delle ferite. Lui, 55 anni, grasso, capelli bianchi, camicia col colletto, cravatta e un brutto riporto di capelli che gli attraversa la fronte, la guarda sanguinare e a fine serata le chiede in regalo i guanti.      


"Sono la donna che piange, sono la donna verde dei quadri del genio, sono l'idea stessa del dolore: il mio, il suo, il dolore del mondo."
La storia tra Picasso e Dora Maar dura sette anni. Quando si lasciano nel 1943, a Parigi c'è stata l'occupazione nazista, lui, sconvolto dalla guerra civile spagnola, ha dipinta Guernica, lei (che è una brava fotografa) ha fermato le varie fasi dell'opera con la sua Rolleirflex.
   
"Lui conosceva il sortilegio per rendere la vita terribile anche agli altri, perché la gioia e la felicità non servivano alla sua arte, mentre la tristezza sua e degli altri, metteva in evidenza il meglio di Picasso.          


Picasso, adorava mettere le sue amanti una contro l'altra, le costringeva a cenare insieme, facendole impazzire di gelosia ritraendole nella stessa posa. "Per me Dora è una donna che piange; per anni l'ho ritratta in forme torturate, non per sadismo o piacere.Ma perché quella era la realtà profonda di Dora."
                             
L'abbandono di Picasso la spinse a cure psicoanalitiche, conversioni religiose e isolamento.


"Non mi sono uccisa perché Picasso si aspettava che lo facessi."                       

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