« L'unica cosa più complicata dell'amore è la famiglia »
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Non farti mai dire dagli altri chi devi amare, e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre. (La nonna al nipote Tommaso)
- Tommaso, se uno fa sempre quello che gli chiedono gli altri non vale la pena di vivere. (La nonna)
- È più faticoso stare zitti, che dire quello che si pensa. (zia Luciana)
- Non fare sempre ciò che ti chiedono gli altri e sbaglia da solo, altrimenti la vita non ha senso. (La nonna)
- Non devi avere paura di lasciare, perché quello che conta non ti lascia mai. (Tommaso)
- La terra non può voler male all'albero. (La nonna)
- Ho passato con lui tutta la vita, stava con me anche quando non c'era... nella mia testa io dormivo con lui e con lui mi svegliavo la mattina. Tutti questi anni non ho mai cessato di amarlo, è stata una cosa bella ma insopportabile. Gli amori impossibili non finiscono mai, sono quelli che durano per sempre. (La nonna)
- Nicola mi ha insegnato la cosa più importante di tutte... a sorridere quando stai male, quando dentro vorresti morire. Non siate tristi per me quando non sentite la mia voce in casa, la vita non è mai nelle nostre stanze... moriamo, e poi torniamo... Come tutto. (La nonna)
- Ci hai mai tenuto a una persona come si tiene a un braccio tuo o a una gamba tua? Perché se no non puoi capire tutto quello che ho fatto… Io così ci tengo a Michele: come a questa mano. (Antonio)
- Chi lo sa se questi luoghi avranno memoria di me. Se le statue, le facciate delle chiese, si ricorderanno il mio nome. Voglio camminare un'ultima volta per queste strade che mi hanno accolto tanti anni fa quando tutti mi chiamavano "la toscana". Voglio vedere le pietre gialle, tutta quella luce che ti toglie il respiro. Se le strade conserveranno il rumore dei miei passi. La mia città, la città di Lecce, la devo salutare prima di partire. Ai miei nipoti Antonio, Elena e Tommaso lascio tutto quello che ho ma le terre quelle voglio che sia Antonio ad averle. Devi tornare qui Antonio, perché è qui che appartieni, avrai la terra, la forza che vive quando noi moriamo. Tu Luciana avrai tutto quello che ti serve ma devi farti un po' di coraggio, i ladri non devono passare per forza dalla finestra. Quella è pure casa tua. Voi, Vincenzo e Stefania, non c'è niente che potete fare per non amare Antonio. La terra non può volere male all'albero. Tommaso, scrivi di noi, la nostra storia, la nostra terra, la nostra famiglia, quello che abbiamo fatto di buono e soprattutto quello che abbiamo sbagliato, quello che non siamo riusciti a fare perché eravamo troppo piccoli per la vita che è così grande. La mina vagante se ne è andata. Così mi chiamavate pensando che non vi sentissi. Ma le mine vaganti servono a portare il disordine, a prendere le cose e a metterle in posti dove nessuno voleva farcele stare, a scombinare tutto, a cambiare i piani. (La nonna, discorso finale)
- [...] e poi stiamo spesso in casa, a volte ci vengono a trovare i nostri amici, altre volte stiamo soli. Io leggo oppure scrivo al computer, mentre Marco sta li che studia. Certe volte quando sto qua mi immagino così che mi appaia all'improvviso per strada. A Roma mi sta sempre davanti perché cammina veloce e allora io mi fermo, mi metto ad osservarlo da dietro come muove le spalle, come se ne va in mezzo alla gente da solo, come se io non ci fossi non lo so perché ma questa cosa mi fa commuovere, fino a che non se ne accorge e allora si gira e mi sorride, io smetto di guardarlo faccio due passetti veloci e lo raggiungo. (Tommaso)
- Nicola mi ha insegnato la cosa importante più importante di tutte: a sorridere quando stai male, quando dentro vorresti morire. (La nonna, discorso finale)
- Non siate tristi per me, quando non sentirete la mia voce a casa: la vita non è mai nelle nostre stanze. Moriamo e poi torniamo, come tutto". (La nonna, discorso finale)
- Invece è vero, sono strana. Non riesco ad avvicinarmi agli altri, tengo tutto a distanza e poi sono piena di fissazioni e di manie. (Alba)
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