venerdì 25 marzo 2011

La luce perfetta del giorno

Mi ha colpita il titolo di questo libro (forse perché riporta la mia mente al capolavoro di Ishiguro Quel che resta del giorno che ho amato moltissimo... poi ho letto la recensione di Carlotta Vissani che riporto come post del giorno...il resto... giudicate voi... io domani vado a comprarlo...
                                
                                
"Tutti noi abbiamo bisogno di un posto in cui piantare radici, anche se quel posto dal primo momento l'hai detestato, ne hai avuto paura, avvolto com'era dalla notte, freddo e inospitale, poche case e ancor meno anime. Matilde, nell'ottobre 1969, davanti al marito che le dice ho sempre sognato un posto così si abbottona il cappotto, guarda la figlia ciucciarsi il pollice, si vede con i piedi nel fango e comincia inconsciamente a maturare l'idea della luce perfetta del giorno, quella che la salverà dal buio, oltre il peso delle aspettative destinate a non avverarsi. Tra i rami degli anni filtrerà il sole del legame con la fedele Clara, le braccia del vicino di casa Giulio che la stringono come nessuno mai, la tenerezza che solo di rado si sporca di rabbia per il marito, i figli che si aprono come crisalidi e camminano da soli.
I frammenti del passato si faranno puntualmente largo nel presente, in quel paese che le pareva una distesa di lapidi battuta dal vento e che si rivela invece terreno fertile anche quando la neve nasconde ogni cosa. La torinese Elena Varvello, al suo primo romanzo dopo la bella raccolta di racconti L'economia delle cose che le valse il Bagutta, firma una storia di rara umanità e potenza che è emersione dirompente dell'esserci attraverso le tragedie, le mancanze, gli amori vissuti o appena sfiorati, gli amici come rifugio, l'ironia come protezione dalla malattia in un tentativo necessario di riappacificarsi con se stessi e con i fantasmi.

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