mercoledì 9 marzo 2011

ADA NEGRI


        
Pensiero d'Aprile



Eppure è bella, anima mia, la vita: non fosse che pei giorni in cui le foglie giocano a quale per la prima spunti sui rami; e tu le vedi, così tenere e trasparenti, che ti s'apron l'ali nel rimirarl...

"Io non ho nome. - Io sono la rozza figlia/dell'umile stamberga;/plebe triste è la mia famiglia

"Scrivere per Ada non ha niente a che vedere con l'arte, e non è neanche una possibile strada per la sua emancipazione; è un semplice atto di giustizia (Elisabetta Rasy, Tre passioni, Bur)

Mano nell'ingranaggio, la prima poesia di Ada, composta la sera in cui si rese conto che alla mamma, a casa per esser rimasta ferita in fabbrica, non avrebbero risarcito nulla.

Ada, cresciuta nella portineria dove la nonna Peppina fa da custode alla villa dei signori Barni-Grisi in corso di Porta Cremonese a Lodi: un vano di passaggio, una stanza per la cucina, e dietro, la camera con il letto dove dormono tutte tre, lei, la mamma e la nonna.

Annibale, fratello di Ada, piccolissimo va a vivere con lo zio Annibale. La mamma è costretta a cederlo al fratello, sposato senza figli, perché in portineria i padroni non lo vogliono.

La casa dove la luce è fioca perché alle finestre non ci sono vetri ma impannate di carta e il mobile più elegante è la cassa dei libri che serve da divano.

"Sì, il libro deve essere l'uomo; perché l'opera d'arte sia completa deve palpitare e sanguinare in essa rutta l'anima del poeta. Io non metterò la dinamite in mano all'operaio, ma gli schiuderò davanti la immensa via dell'avvenire, che egli certamente calcherà, fermo, calmo, agguerrito, rispettato e sereno."

1 commento:

  1. La madre
    Vedova, lavorò senza riposo
    per la bambina sua, per quel suo bene
    unico, da lo sguardo luminoso;
    per essa sopportò tutte le pene,
    per darle il pan si logorò la vita,
    per darle il sangue...

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