venerdì 27 maggio 2011

C'era una volta un vestito

Un libro che fa venire voglia di innamorarsi (esordisce la giornalista Lisa Corva recensendo Passione Vintage) non solo di uomini ma di abiti. Perché la protagonista è una giovane donna che apre un negozio di vintage: la seguiamo mentre si innamora (la storia d'amore è compresa, certo!) e soprattutto mentre compa e vende vestiti meravigliosi.
Che in ogni bottone o zip nascondono promesse e segreti.
Abiti vintage, abiti con la storia.
"E che trovano una nuova vita - dice Isabel. Un tema che mi sta molto a cuore perché in tutti i romanzi cerco di offrire alle mie eroine una seconda possibilità, che non sempre ci è concessa nella vita. Il libro è la storia di una giovane donna che entra in un negozio cercando "un happy dress", un abito che la renda felice: e scoppia in lacrime, raccontando che sta cercando di rimanere incinta e che è fallito l'ennesimo tentativo di fecondazione in vitro. O dell'anziana chic che vuole disfarsi di tutto il suo guardaroba, tranne di un cappottino blu conservato nell'armadio, perché nasconde una storia di guerra e di Olocausto. Leggere queste pagine è come curiosare in un negozio vintage, sentire gli abiti che parlano, in un frusciare di stoffe: una storia dietro l'altra, dai micro vestiti di Mary Quant e Biba agli abiti capolavoro plissettati di Madame Grès.
Abiti da romanzo. Abiti che ci sembra quasi di toccare. Come quelli che ci vengono incontro in Una moglie a Parigi, libro poetico che dà voce a Hadley, la prima moglie di Hemingway, con cui lo scrittore visse a Parigi negli anni 20. Abiti come dichiarazioni: "Indossavo l'abito di pizzo nero. Era il mio preferito in assoluto perché ogni volta mi faceva sentire un po' come Carmen. Forse il vestito e il vino complottarono per farmi sollevare e posare la mano sulla manica della giacca di lui..." O abiti che rendono gelose: " Mi scrisse che la sera prima, ad una festa, era rimasto affascinato da una ragazza in uno scintillante abito verde. Leggerlo mi fece stare male. Non avevo vestiti di un verde scintillante, e in ogni caso lui non li avrebbe visti. Era a chilometri e chilometri di distanza..."
Lui è Hemingway e lei è già innamorata. "Scorsi Ernest sulla banchina, praticamente nello stesso punto in cui l'avevo lasciato a novembre. Era splendido con la giacca marinara color carbone e la sciarpa, e gli occhi accesi dal freddo." E poi c'è Parigi e il mondo dove si va a cena con Ezra Pound e Geltrude Stein. E forse non è un caso che la donna che le ruberà Hemingway sia una delle prime a vestire la trasgressiva per l'epoca, Coco Chanel.
"Arrivò ad Antibes in un pomeriggio abbacinante. Indossava un abito bianco e un cappello di paglia abbinato e pareva incredibilmente linda e fresca, un vero cono gelato. "
Quella donna si chiamava Pauline e diventerà la seconda moglie di Hemingway.

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