L'esordio letterario a quasi novant'anni. Dopo una vita amara "mandata giù a pezzettini".
"Si diventa lucidi solo da vecchi se non si è completamente arrugginiti. Di un giovane non si dice "è lucido" si dice solo di un rimbambito. Sicché per brillare bisogna essere rimbambiti."
"Dolores, i suoi maestri? Nessuno. Gli ignoranti non hanno maestri.
"A quale ceto appartiene? Agli illegittimi, ma siccome anche questi devono provenire da un duetto, i miei due filoni sono: aristocratico ed ebraico."
"Sono nata sotto un tavolino. Mi ci ero nascosta perché il portone aveva sbattuto, dunque lo zio rientrava. Lo zio aveva detto: rimandala a sua madre, non vedi che ci muore in casa? Ambiente non c'era intorno, visi neppure, solo quella voce. Madre, muore nessun significato, ma rimandala sì, rimandala voleva dire mettila fuori della porta. Rimandala vuol dire mettermi fuori del portone e richiuderlo." Incipit di Giù la piazza non c'è nessuno
La sua casa, un attico a Roma, un immenso archivio della memoria pieno di fogli e foglietti e appunti sulla sua vita.
"Sin da piccola ebbi l'abitudine di lasciare per ultimo il boccone che stimavo più buono; ho continuato a fare così non per i bocconi da masticare, ma per i pezzetti di vita meno amari."
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