lunedì 9 gennaio 2012

Vintage - La Marchesa Luisa Casati

                        
Mondanissima e scandalosa. La marchesa dormiva in una bara e andava alle feste con un serpente sul braccio o un leopardo al guinzaglio.
Rigorosamente abbinato all'abito.


Nata a Milano nel 1881 rimase orfana di entrambi i genitori nel 1896 e con la sorella divenne la donna più ricca d'Italia. Il 22 giugno sposò il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino.
                                
All'inizio del Novecento la marchesa Luisa Casati, sposa non eterna del marchese, amante di Gabriele D'Annunzio, modella del pittore Giovanni Boldini e del fotografo Man Ray era solita girare per le calli della laguna veneziana indossando solo la sua vestaglia di seta. Al guinzaglio i suoi leopardi.
                                  
Una volta si presentò all'ambasciata d'Inghilterra portando un pavone blu, altre volte si mostrò con una scimmia ammaestrata, una tigre meccanica, un serpente boa arrotolato intorno a un braccio.
Presente a tutte le mondanità che valevano la pena di un viaggio in ogni parte d'Europa, balli parigini, prime alla Scala, carnevali nizzardi, stagioni estive a Biarritz o a Capri, feste nei castelli della Loira, era il simbolo del vivere inimitabile.
                              
Vestiva di stoffe disegnate appositamente per lei da Mariano Fortuny, abiti concepiti dal pittore e scenografo Léon Bakst, corpetti d'organza decorati con pietre dure, pantaloni laminati d'argento, scarpe dal tacco di madreperla, pellicce rare che guarnivano collo, polsi e orli.
Piantata poi dal marito finì in miseria: i suoi debiti erano il doppio del patrimonio. Poverissima, si ridusse prima in una camera d'albergo all'ultimo piano di un palazzone di Piccadilly a Londra, poi in un seminterrato umidissimo, infine in un appartamento in condivisione. Le teneva compagnia il suo pechinese Spider.


Morì a Londra il 1°giugno del 1957. Sepolta nel cimitero di Brompton con il suo mantello nero bordato di leopardo, ciglia finte e occhi bistrati. Ai piedi il suo pechinese imbalsamato.
                    
                       

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