Lilly, a piedi nudi negli anni 60 con una tunica arancio
Ha vestito con i suoi abiti colorati e divertenti un Paese che scopriva lo stile casual come simbolo di libertàdi Emanuela Audisio
Inventò il Tropical Glamour. Un modo easy di vivere, fuori dal conformismo e dal puritanesimo. Denudò l'America, la mise a piedi nudi, e in costume. Fece capire che la piscina era meglio del salotto, dribblò la noia, lanciò la bohème da spiaggia. Lillian Lee McKim Pulitzer Rousseau, per tutti Lilly, ha vestito tre generazioni di donne, ma soprattutto ha anticipato la voglia scanzonata del '68, quello stile hippy che ancora non sapeva di esserlo, creando il genere Palm Beach. Una moda divertente, non ingessata, senza nuvole: cotoni rosa e verdi, con righe e fiori.
In un'America ancora rigida, svecchiò l'alta società, la mise in shorts, la fece camminare scalza, le diede abiti colorati e rassicuranti, e le insegnò che si possono anche fare affari guardando un tramonto. In più promosse la cucina a luogo d'incontro, allora non si usava ricevere gli ospiti ai fornelli. Spettinò anche il giardino. "Niente prato, voglio una giungla". E piantò due banani. Non le piacevano nemmeno le torte, troppo tradizionali, preferiva i dolcetti, la pasticceria mignon, più comoda per le feste.
Lilly Pulitzer nasce il 10 novembre 1931 in una famiglia molto mondana, a Roslyn, New York. La madre è Lillian Bostwick, erede della fortuna della Standard Oil, il primo padre è Robert V. McKim, il secondo Ogden Phipps, brocker e grande campione americano di tennis. Lilly frequenta la Chapin School, con la sorelle Bouvier, Jacqueline e Lee. Nel '50 scappa con Peter Pulitzer, nipote dell'editore Joseph. Se ne vanno insieme a Palm Beach, in Florida, molto diversa da quella di adesso. "In estate era una città fantasma, morta, solo un paio di negozi restavano aperti".
Vivono in cucina, danno party, ballano. Tutto è molto casual, innaffiato da champagne. La Palm Beach che conta è ospite da loro: dai Doubledays ai Vanderbilts. Ma Lilly è insoddisfatta: "Tutti decidevano per me". Così prende appuntamento al New York Hospital, dove curano gli esaurimenti nervosi. Il dottore la visita e le dice: "Lei ha solo bisogno di fare". Quelle parole le danno forza e una nuova vita. "Mio marito aveva degli aranceti a Port Pierce. Volava lì tutte le mattine e alla sera tornava con delle buste di arance. Io con la mia station-wagon andavo a venderle". Poi apre una piccolo negozio di spremute, l'ambiente è piacevole, inondato di bouganville. Gli amici chiacchierano e si dissetano, mentre Lilly lavora al frullatore. "Ma alla sera ero coperta di macchie arancioni". Trova subito il rimedio: un tessuto dello stesso colore. Sono gli anni Sessanta. Kennedy è stato appena eletto presidente e Jackie è la First Lady. Vanno a trovarla a Palm Beach e tutti gli occhi del mondo sono lì. Jackie si mette uno dei suoi vestiti. "Fatti con lo stesso tessuto delle tende da cucina". Tutti se ne innamorano.
Lilly diventa stilista, cambia tonalità e disegni. Nel '64 ha un incidente con un piccolo aereo da turismo mentre torna da Key West, finisce in mare, si sveste, sventola il vestito, assai sgargiante, e viene salvata. La sua moda diventa l'uniforme di chi è in vacanza, vive in piscina, e non vuole pensieri. Una specie di tunica che anticipa il movimento hippy e finisce sulla rivista Life. Sono abiti confortevoli, come i suoi party. A fine anni Settanta ci sono 31 negozi che vendono con il suo nome. "Era per i Kennedy, per Palm Beach, perché mi chiamavo Pulitzer". Lilly cresce tre figli, nel '69 divorzia e sposa il cubano Enrique Rousseau, proprietario di alberghi, nell'84 è costretta a chiudere l'azienda e si ritira. Il marchio viene rilevato e riporta d'attualità quella boheme elegante e sportiva che non vuole troppo cambiarsi d'abito quando è in spiaggia. Lilly è morta ad aprile, a casa in Florida, a 81 anni, mentre oggi il mondo non si vergogna più di girare in bermuda e camiciona. Fino all'ultimo ha ripetuto che cercava solo colori meno impeccabili: "Perché non volevo più macchie sul mio grembiule bianco".
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