venerdì 28 giugno 2013

20134Lambrate_Helen Kane

Helen Clare Schroeder nata il 4 agosto del 1904 nel Bronx, figlia di un precario tedesco e di una lavandaia irlandese, ultima di tre fratelli. A quindici anni partì in tour con i fratelli Marx per interpretare il ruolo in On the Balcony.
Cantante e ballerina di varietà fu fonte di ispirazione per i fratelli Fleischer che sulle sue fattezze crearono Betty Boop nel 1929.
Le masse di americani cercavano distrazione alla crisi economica recandosi al cinema.
Grazie a lei e alla sua carica erotica gli spettatori tornavano indietro di un decennio, quando si vivevano i ruggenti anni del jazz.
Messa alla prova da Ben Ash, Helen cantò al Paramount Teather di Time Square That's My Weakness Now intercalando improvvisazioni jazz come Boop-oop-A-Doop. 
Quattro giorni dopo il suo nome era sul cartellone, illuminato.
Subito dopo il Palace la ingaggiò come headliner a cinquemila dollari a settimana.
Nel 1929 la Paramount Picture fece salire il suo compenso a ottomila dollari per averla in una serie di musical.

Il suo slogan era Boop-oop-A-Doop.
                           
Tre mariti. Alta un metro e 57 cm, grandi occhi neri, viso tondo incorniciato da ricci capelli scuri, voce particolare quasi bambinesca e fisico procace capace di attirare l'attenzione di ogni uomo, bocca a forma di cuore, su labbra con rossetto rosso fuoco.
Irriverente, maliziosamente mascolina, consapevole del suo fascino e di se stessa, ironica e autoironica, in un mix di personalità e bellezza: un sex symbol.
Solita salire sul palco in abiti succinti e trasparenti che lasciano le spalle scoperte e la giarrettiera ben in vista.
Gonne corte e scollature che mettono in evidenza le forme del seno.

Nel maggio del 1932 fece causa a Fleischer e alla Paramount per aver sfruttato con una deliberata caricatura la sua immagine, la sua personalità e il suo timbro vocale. 
Chiese 250mila dollari ma Fleischer dimostrò che Betty Boop somigliava anche a un'altra star di Hollywood, Clara Bow, e che la tecnica della Kane era la stessa che la cantante Baby Esther usò in una esibizione al Cotton Club.
                    
Betty Boop abbandonò gli schermi nel 1939, vestita con abiti castigati e ormai dedita alle faccende domestiche: quattro anni prima le proteste del pubblico conservatore e l'applicazione del codice Hays, una legge sul controllo della moralità e decenza al cinema avevano costretto i disegnatori a cambiarle aspetto e personalità.

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