Da bambina sognava di fare la ballerina. Un giorno camminavo per strada con mia madre, il regista Carné ci ha fermate e ha chiesto alla mamma: le piacerebbe che sua figlia facesse del cinema? E così a 14 anni mi sono ritrovata sul set di La fleur de l'age, dove nessuno si prese la briga di imparare il mio nome di battesimo, Francoise. Mi chiamavano tutti con il nome del mio personaggio Anouk, e da quel momento sono diventata per tutti Anouk.
Un giorno Prévert coautore del film La Fleur de l'age, mi ha detto che non avrei potuto durare a lungo nel cinema solo con un nome proprio. Così mi ha regalato un cognome: "Ti chiamerai Aimée che significa amata.
Un regalo così non si rifiuta e da quel momento è nata Anouk Aimée.
A Carné sono seguiti tanti altri grandi registi, anche italiani: da Lattuada a Vittorio De Sica, fino all'incontro fatale con Federico Fellini, che l'ha voluta ne La dolce vita, dove era il contraltare bruno e raffinato della bionda e procace Ekberg e in 8 1/2 la bruna e morigerata Luisa contrapposta alla bionda e sfacciata Carla.
I set di Fellini erano un altro pianeta: si rideva, si mangiava tutti insieme. C'erano attori con cui Federico si arrabbiava perché non coglievano le sue indicazioni. Con altri invece il feeling era perfetto, c'era una intesa immediata e sottile.
"Federico era un mago e mi manca ogni giorno. Mi ha cambiato la vita oltre che la carriera."
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