mercoledì 19 giugno 2013

20134Lambrate_Mariangela Melato

                     
Mariangela Melato figlia di un vigile urbano e di una sarta, nata a Milano il 19 settembre 1941. 
Studi all'Accademia di Brera pagati lavorando come vetrinista alla Rinascente.
                     

"Lavoravo alla Rinascente, mi trasferirono al reparto abbigliamento bambini.
Un giorno arrivò Josephine Baker con una ventina di ragazzini, ne aveva adottato una tribù ma ero così emozionata che non riuscii a piazzare nemmeno due calzini."
                           

Mio padre era bello, coi baffi curati: un David Niver in divisa da ghisa. Morto che avevo appena cominciato a fare l'attrice, giusto qualche particina.
Sapevo che era fiero di me, che veniva a vedermi di nascosto.

Ci rimase male la sera della prima di Settimo: ruba un po' meno con Dario Fo. Sul cartellone, tra gli ultimi c'era il mio nome con l'indicazione della parte: La prima puttana."
                      

Quella volta che si presentò al Teatro Valle di Roma per un provino con Visconti in mezzo ad altre quaranta ragazze più belle, eleganti e disinvolte di lei. 
Andò in bagno, si lavò la faccia dal trucco pesante, legò i capelli in una coda severa ed entrò in scena.
"Sei disposta a tagliarti i capelli? le chiese Visconti dal fondo della platea. E lei: anche i piedi, signor conte!"

"Sono cresciuta con l'idea dell'indipendenza. Non sento la mancanza di un marito o un figlio. Non sopporto le donne che elencano i loro amori sbagliati, è come darsi dell'imbecille. Io sono selettiva, on ho mai perso tempo o spartito la vita con un cretino."
                        

L'amore di una vita: Renzo Arbore. 
Si fidanzarono, ascoltando una canzone. "Fu una sera, quando Lucio Battisti ci fece ascoltare per la prima volta un brano inedito: Io vorrei, non vorrei ma se vuoi. Mariangela ed io, in quel periodo eravamo entrambi reduci da una piccola relazione amorosa, ma quella sera, ascoltando quella canzone... "Renzo Arbore.
                      

In Medea, Mariangela fissava ad occhi spalancati un punto nell'oscurità per quaranta minuti. Lo spettacolo durava cinque ore. Ricorda Arbore. "A un certo punto mi sono alzato per sgranchirmi le gambe". "Ti ho visto". mi disse lei alla fine. "Come hai fatto? Avevi lo sguardo da un'altra parte? Non lo so, ma ti ho visto."
                     


Nel film lei e Giannini si tirano più di sessanta tra calci e schiaffi. "Lina ci aveva messi contro, in tutti i sensi e quando ci picchiavamo, ci picchiavamo sul serio. Dopo una settimana di botte ed ematomi sono andata nel camerino di Giannini e gli ho detto: Dobbiamo allearci contro di lei, altrimenti ci ammazza."



Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...