lunedì 13 giugno 2011

Elsa Schiaparelli. Non me ne voglia Coco ma il genio è genio!

Elsa Schiaparelli
                        
Elsa Schiaparelli nacque a Palazzo Corsini da una nota famiglia di intellettuali piemontesi, trasferitasi nella capitale. La madre proveniva da una famiglia dell'aristocrazia napoletana discendente dai Medici. Il padre, nel 1875, fu nominato direttore della biblioteca dell'Accademia dei Lincei dal Re Vittorio Emanuele II, e risiedette nella sede che spettava a chi ricopriva tale carica: Palazzo Corsini, appunto. Nel 1903 lasciò tale incarico per una cattedra di Lingua e Letteratura Araba all'Università di Roma.
                                        

Elsa Schiaparelli  sognava di diventare un'attrice, ma non poté farlo per via della sua provenienza aristocratica. Decise quindi di scrivere poesie, le quali ebbero buona diffusione, anche fuori dai confini nazionali. Se la reazione del pubblico fu discreta, quella della famiglia Schiaparelli fu pessima: la "Schiap" (diminutivo affibbiatole in Francia, probabilmente per semplificare la pronuncia, che lei stessa subito adottò) venne quindi mandata in un convento svizzero.
Nel 1913 si trasferì a Londra per occuparsi di bambini orfani e lì conobbe il conte William de Wendt de Kerlor, che sposò, all'inizio del 1914. Nel 1919 la coppia si trasferì a New York e nel 1920 nacque loro figlia, che fu chiamata Gogo. Tuttavia il matrimonio si rivelò fallimentare e la Schiaparelli rimase sola con una figlia, che si ammalò di poliomielite e di lì a poco, morì anche suo padre. Fu questo, però, il periodo in cui la Schiaparelli conobbe e cominciò a frequentare gli artisti dell'avanguardia dadaista, stabilitisi anch'essi a New York: Man Ray, Baron de Meyer, Alfred Stieglitz e Marcel Duchamp. Sempre in questo periodo, e sempre a causa delle condizioni di salute della figlia, Elsa si trasferì a Parigi nel 1922, ospitata da Gaby Picabia, moglie dell'artista dadaista Francis Picabia.
                      
Fu qui che,ovviamente, Elsa Schiaparelli entrò in stretto contatto con l'ambiente della moda dell'epoca. Secondo le parole della stessa Schiaparelli, sembra che il colpo di fulmine per la moda sia avvenuto dopo una sua visita assieme d un'amica all'atelier di Paul Poiret in faubourg Saint-Honoré. Poiret le mostrò alcune delle sue creazioni, che lei all'epoca giudicò semplicemente come troppo care. Poiret le rispose "Non vi preoccupate dei soldi. E poi potrete come e quando vorrete..."

Abito di ispirazione surrealista nato dalla collaborazione con Dalì
La prima creazione di Elsa nasce da un'intuizione: viene attirata da un abito fatto a maglia da una rifugiata armena. Tra le due donne comincia una collaborazione: la Schiaparelli ha le idee, l'altra le realizza. Da allora la sua immaginazione si scatena: abiti sportivi di ispirazione africana e cubista, oppure tessuti con ritagli di giornale, abiti con aragoste giganti di ispirazione surrealista, animali, soli giganteschi. Nel 1934 stabili la sua maison in place Vendome, e da lì ogni anno lanciò le sue collezioni, tutte a tema e tutte fantasiose, ma con grande unità stilistica. Disegnava personalmente i modelli in album di schizzi minuziosi ed eleganti. Sia che le creazioni esclusive fossero abiti unici, sia che fossero rivolte a un pubblico più vasto, la Schiaparelli creava le sue opere con la stessa, identica concentrazione.
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Da quell'anno Elsa Schiaparelli fu considerata l'antagonista principale di Coco Chanel nel mondo della moda francese. Opposti gli stili: rigoroso e semplice quello di Chanel, ricco e fantasioso quello di Schiaparelli; opposte le origini: povera la prima, aristocratica la seconda. Entrambe tuttavia avevano in mente una donna libera e indipendente,che non si vergognasse di indossare i loro capi. Il successo di Schiaparelli arrivò mentre la moda del secolo giungeva a una svolta: dall'abito piatto e senza forma della Garçonne, che furoreggiava negli anni venti, si tornò a una moda più femminile, con la vita al punto naturale, abiti sotto al polpaccio di giorno e lunghi da sera, tacchi alti.
abito con intarsi che riproducono colonna vertebrale e costole
Proprio insieme a Chanel, la Schiaparelli fu una delle prime a capire che in futuro la formula vincente per la moda sarebbe stato l'abito pronto, da poter eseguire in serie. Ribaltando completamente le idee consolidate sul vestire, inventò impermeabili da sera, abiti in vetro, mantelle color rosa shocking con enormi soli ricamati in oro sulla schiena. Abiti con aforismi di Jean Cocteau. Salvador Dali le ispirò un tailleur dove le tasche erano minuscole cassettine. A lei si deve il merito della divulgazione della cerniera lampo, assai più pratica delle sfilze di bottoncini che avevano chiuso gli abiti delle donne. I nomi delle collezioni: Fermati, Guarda e ascolta, Le farfalle, Gli strumenti musicali, L'astrologia. La sua più famosa collezione, Circus, usa giocolieri, coni gelato, elefanti e trapezisti per sottolineare l'estrosità e il dinamismo circense.
Anticipando i tempi, Elsa aveva anche capito che la sfilata è una vetrina, uno spettacolo per i compratori, ma che la vera moda si faceva col prêt-â-porter.

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